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“La Federazione Italiana Pallavolo ha preso atto con stupore del comunicato stampa diffuso domenica 19 aprile congiuntamente dalla Lega Pallavolo Serie A Maschile e dalla Lega Pallavolo Serie A Femminile; una lettera aperta con la quale i due presidenti dimissionari hanno richiesto un incontro al Ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora“. Inizia così la nota pubblicata dalla Federvolley che si chiede “a che titolo i due scriventi abbiano preso tale iniziativa essendo loro dimissionari. A quanto è dato sapere, infatti, la cessazione delle loro rispettive cariche non è stata revocata, quindi la loro azione risulta essere eccedente i loro ruoli”.Â
“Qualunque Lega riconosciuta dalla Fipav, in qualità di ‘struttura intermedia’ non può in nessun caso proporre istanze ed avanzare proposte né al Coni né alle autorità governative competenti, per l’elementare considerazione che nessuna Lega detiene la titolarità del campionato di riferimento, ma solo una delega di funzioni conferita dalla Fipav stessa – si legge nel comunicato – Desta forte preoccupazione, dunque, la evidente incapacità di comprendere ed interpretare correttamente i diversi ruoli istituzionali”.
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Poi la conclusione: “Nella nota stampa diffusa dalle due Leghe si parla poi di 81 società di vertice ma è doveroso ricordare che il movimento nazionale è reso orgogliosamente vivo anche dalle rimanenti oltre 4100 società che quotidianamente e fino all’avvento di questa pandemia, hanno lavorato con entusiasmo, professionalità e competenza nelle tante palestre scolastiche e negli impianti sportivi di tutta Italia, ponendo la propria attenzione verso i nostri giovani, che costituiscono la base vera del movimento. Queste ed altre più capillari osservazioni sono state fatte pervenire nella giornata di ieri al Ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora, al Presidente del CONI Giovanni Malagò e al presidente di Sport e Salute S.p.A Vito Cozzoli – termina la nota – con una lettera a firma del Presidente federale Pietro Bruno Cattaneo”.
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