“Sono sobbalzato sul divano leggendo lo studio fatto dal Politecnico di Torino. Sono veramente stupito di come un’Università seria possa avere concepito un’analisi come questa“. Così Julio Velasco ha raccontato a La Gazzetta dello Sport come ha reagito al rapporto “Lo sport riparte in sicurezza” circa la pericolosità degli sport relativamente al coronavirus, con la pallavolo che si è guadagnata il primo posto. “Ora, definire la pallavolo come lo sport più pericoloso fra tutti quelli considerati, in tema di contagio per il Covid-19, anche più di sport di contatto o addirittura di combattimento, mi ha lasciato letteralmente stupefatto proprio da un punto di vista sportivo. Anzi, il termine più appropriato è che sono letteralmente indignato. Mi chiedo se chi ha redatto il rapporto in questione ha mai visto una mischia di rugby, una partita di calcio, una di basket, un match di boxe o più semplicemente se ha mai assistito a un’edizione di un’Olimpiade” ha spiegato il responsabile del settore giovanile della FIPAV.
“La mia indignazione è anche relativa a come un rapporto come questo non abbia suscitato alcuna reazione in ambiente sportivo dopo la sua pubblicazione. Mi aspettavo che vi fossero reazioni anche da altri settori dello sport italiano. Dal Coni in primis, ma a anche dai commentatori sportivi perché francamente non riesco a condividere le basi su cui questo lavoro è stato svolto” prosegue l’allenatore della Nazionale maschile capace di dominare tra il 1989 ed il 1996. “Io credo di avere qualche competenza in tema di ricerche universitarie” spiega Velasco, “e credo che la prima cosa (almeno questa è la mia conoscenza) per poter basare una ricerca è poter contare su dati omogenei. Se i numeri raccolti non lo sono, credo che risulti veramente difficile arrivare a un risultato di validità“.
“Sia molto chiaro, io non dico queste cose per fare aprire prima le palestre del volley” precisa il tecnico, “credo che il governo oggi abbia altre priorità a cui dedicarsi, ma mi auguro davvero che non venga considerato questo lavoro – con paragoni ridicoli e vergognosi – per prendere decisioni di questo tipo. Io mi rimetto alle decisioni che saranno prese dal governo e tornerò in palestra soltanto quando mi diranno che sarà possibile. Non voglio avere favori o sconti. Ma non posso neanche accettare certe valutazioni: forse siamo talmente assuefatti dalle notizie che riguardano il virus che non ci stupiamo più di nulla. Siamo così bombardati che diciamo che va tutto bene quando ci sono “solo” 380 morti in una giornata“. “Ma per qualcuno che lavora da anni nello sport e che si confronta spesso anche con altre discipline, credo che non possa accettare questo tipo di analisi, anche se i dati di valutazione sono stati presi dalle singole federazioni” ha concluso Julio Velasco.