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“Ci sono due piani in cui ci si deve muovere in questa vicenda” ha spiegato l’avvocato, “quello personale e delle tutele della persona, che deve prescindere da tutto, per arrivare al risultato che non ci siano più atlete che sottopongano alle loro società contratti che prevedano l’interruzione immediata in caso di gravidanza. Detto questo, io mi devo comportare da professionista e leggo le carte. Ci è stato recapitato un decreto ingiuntivo che sollecitava il pagamento di una mensilità non percepita, tacendo il fatto che degli 11 punti di cui era composto l’accordo, la maggioranza erano stati violati a causa dell’interruzione imprevista delle prestazioni sportive“.
L’avvocato ribadisce inoltre di non aver avanzato alcuna richiesta di risarcimento danni. “La società non ha fatto nulla per due anni, convinta che la vicenda si fosse conclusa all’epoca” ha spiegato Manzon, “Quando, però, c’è stato il tentativo di aggressione patrimoniale ha dovuto esporre le proprie ragioni. Auspico che il prossimo 18 maggio il Giudice di pace di Pordenone ci dia il tempo per conciliare“.
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