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La deputata del Partito Democratico ed presidente della Camera, Laura Boldrini, si mobilita per il caso di Lara Lugli, l’ex pallavolista che ha denunciato la sua squadra per non averle pagato l’ultimo mese di stipendio in quanto incinta. “Denunciamo la clamorosa ingiustizia che ha dovuto subire Lugli. Ci rendiamo conto di quale livello di discriminazione si può raggiungere? Un uomo può diventare padre e non succede niente alla sua vita sportiva. Invece se un’atleta vuole diventare madre, deve mettere una croce alla sua carriera. Ma che mondo e’ questo? E’ il mondo dello sport italiano in cui gli atleti professionisti possono essere soltanto uomini“, le dure parole di Boldrini in un’interpellenza rivolta alla neo sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali. “Sono quattro le discipline sportive che riconoscono il professionismo, che però lo riconoscono solo per gli uomini – ha proseguito l’ex presidente della Camera – Significa che le atlete non sono ritenute professioniste in nessun campo. Neanche quando vincono le medaglie d’oro alle Olimpiadi. Manca un vero contratto di lavoro nazionale che dia alle atlete cio’ che spetta a qualsiasi lavoratrice o lavoratore“.
Ancora Boldrini: “Chiediamo al Governo se e quali iniziative, anche normative, intenda assumere per porre fine a questa situazione. Una situazione in cui le atlete, non avendo accesso ai benefici della Legge 91 del 1981 sul professionismo sportivo, vengono esposte a discriminazioni clamorose come quella subita da Lara Lugli – ha concluso -. Il caso Lugli non e’ isolato, purtroppo ce ne sono stati molti e da tempo vengono denunciati, ma il Coni e le Federazioni interessate hanno fatto finta di niente“.
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