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Dopo la denuncia fatta dalla pallavolista Lara Lugli sui suoi profili social riguardo alla questione legale che l’ha vista di fronte alla sua ex società, il Pordenone, che l’avrebbe citata per danni per essere rimasta incinta, è arrivata la risposta del presidente della società friulana Franco Rossato: “La verità ribaltata per cavalcare una storia in cui si calpesterebbe una maternità che noi abbiamo invece all’epoca salutato con grande gioia“.
Volley, atleta rimane incinta e la sua squadra la cita per danni
“E’ l’esatto opposto secondo quanto era scritto nel contratto, che ci è stato proposto dalla persona che rappresentava i suoi interessi, in caso di interruzione anticipata si sarebbero attivate clausole penalizzanti per l’atleta”, ha spiegato il presidente del Volley Pordenone. “Di fronte alla maternità ci siamo limitati a interrompere consensualmente il rapporto mantenendoci in costante contatto con la giocatrice anche nel doloroso momento che ha affrontato poche settimane dopo. Per testimoniarci l’affetto che sembrava legarla all’esperienza in Friuli, ci ha perfino chiesto di tenere il materiale tecnico come ricordo e noi glielo abbiamo lasciato con piacere”.
“Ad un tratto molti mesi dopo abbiamo ricevuto la comunicazione del suo legale per presunte spettanze. Solo quando ci è arrivata l’ingiunzione di pagamento ci siamo opposti e abbiamo attivato le clausole del contratto. Citare le parole del freddo atto serve a farci sembrare dei mostri, quando invece ci siamo solo difesi di fronte alla richiesta di un rimborso non dovuto. Fosse stato per noi, non avremmo mai chiesto nulla. Per far capire la dimensione della società, lo scorso anno con la pandemia abbiamo interrotto l’attività e rinunciato all’iscrizione al campionato successivo” , ha concluso Rossato.
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