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“Lo slittamento di un anno ha un po’ rovinato il sogno olimpico, peccato perché cominciavo a pensarci“. Francesca Piccinini ci credeva ma l’emergenza coronavirus le ha rovinato i piani. I Giochi Olimpici di Tokyo 2020 per la giocatrice di Busto Arsizio, tornata in campo dopo un primo stop a 40 anni, erano più di un pensiero: “Avevo deciso di smettere al 100%, ma dopo sei mesi nel mio cuore ho sentito che dovevo tornare – ha confessato ai microfoni di Sky Sport 24 – Ci ho provato per l’Olimpiade, quella è stata la scintilla“. Francesca, infatti, si sente ancora in forma per giocare ad alti livelli: “Il mio fisico regge, anche se all’inizio degli allenamenti è tragico. La differenza di età con le compagne non è semplice, abbiamo vite differenti, ma d’altra parte ho il doppio dell’età . Quando sono rientrata e ho aperto la porta dello spogliatoio ho visto facce non molto contente, ma poi si sono sciolte tutte“. “Voglio solo stare bene e giocare, non penso ad altro – ha aggiunto la Piccinini -. La salute, mai come questo momento, è prioritaria“.
Nel suo intervento a Sky c’è spazio anche per il suo pensiero sullo studio del Politecnico di Torino che ha decretato il volley come lo sport più pericoloso per la diffusione del covid-19: “Mi sembra assurdo, penso ci siano sport più ‘contagiosi’ come quelli di lotta o la pallacanestro, la penso come Velasco che si è detto indignato“. Ma lo stop era l’unica via percorribile: “Allenarsi con la paura non aiuta, è stato giusto fermarsi e apprezzo le scelte fatte, speriamo si possa tornare presto alla normalità ” ha chiosato Francesca.
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