Julio Velasco, ct dell’Italia femminile di volley, ha rilasciato un’intervista a Repubblica, parlando dell’oro olimpico conquistato a Parigi 2024, ma anche degli obiettivi futuri: “A Parigi c’è stata solo emozione mentre in questi mesi ho pensato “ci sono riuscito”. L’oro non era una mancanza, tuttavia vincerlo mi ha dato un senso di pienezza“.
La differenza con i successi maschili
“Quando ho vinto con la Nazionale maschile l’Europeo nel 1989 o il Mondiale nel 1990 tutto è stato più forte. Ciò che mi ha impressionato a Parigi è il modo in cui abbiamo vinto, quasi senza perdere un set. Il rischio di questi bilanci, però, è quello di trasmettere che la chiave è stata la gestione del gruppo, quando invece è stata il cambiamento tecnico, insieme a quello metodologico. Abbiamo cambiato le cose da allenare: per esempio la battuta e la ricezione, dando loro importanza, e il metodo, allenando la difesa con attacchi fatti dalle giocatrici e non da un tavolo con un allenatore che ti schiaccia palloni addosso”.
Rimettersi in discussione a 70 anni
“L’ho fatto perché sono un allenatore e volevo capire le differenze nella gestione delle donne, ma anche imparare a usare paradigmi diversi. Con gli uomini usi “guerrieri”, mentre con le ragazze non è così perché l’aggressività e la carica hanno strade diverse. Ho chiesto anche alle giocatrici e ho parlato loro del coraggio delle donne argentine nella lotta per i desaparecidos. Non abbiamo parlato dei problemi che c’erano stati negli anni precedenti, ma, per esempio, abbiamo ruotato sempre le camere: ogni settimana si cambiavano le compagne di stanza e, da quanto ne so, ci sono stati chiarimenti. Ma è una cosa che riguardava loro. Noi allenatori non dovremmo alimentare certi stereotipi, dicendo “giochiamo di squadra” o “dobbiamo sbagliare meno” perché la realtà è che tu coach non sai bene cosa dire e quindi esorti”.
L’obiettivo per il 2025
“Vorrei vincere il Mondiale: sarà difficile, ma sarebbe anche una roba incredibile. L’ho già vissuto dopo il 1990. Non è colpa di nessuno, però dopo che hai vinto è complicato riuscirci subito di nuovo. Basta pensare alla storia. Bisogna quindi credere che abbiamo perso e fissare insieme una data come punto da cui tirare una riga. Da lì non si festeggia più, non si ritirano più premi e non se ne parla più, neanche nelle interviste”.
Sui giovani
“Faccio parte della generazione di rottura, quella degli anni Sessanta, quando si contestava il sistema. Anche allora gli adulti criticavano tante cose che, a loro avviso, ci avrebbero reso peggiori. Ora non so se il web aumenta la stupidità , ma so che aumenta la possibilità di accedere a certe cose, di imparare a farle, di esprimerti se vuoi cantare o suonare. Trovo ingeneroso dire che i giovani hanno poca voglia di fare: il problema è che fanno troppe cose e hanno poco tempo davvero libero, per la noia e l’ozio creativo. Ma soprattutto penso che ad essere cambiati siano i genitori”.
Obiettivo Los Angeles 2028
L’Italia femminile di volley pensa ovviamente a fare bene in vista dell’imminente Mondiale, tuttavia non si può negare che l’obiettivo principale di questo quadriennio siano le Olimpiadi di Los Angeles 2028. Non a caso il ct Julio Velasco ha trovato l’accordo con la Federazione per andare avanti insieme fino a quella data, nella speranza di difendere l’oro conquistato a Parigi.
“Ho fatto le mie riflessioni e sarò il ct della Nazionale a Los Angeles 2028. Dovevo pensare se avevo ancora fame dopo aver vinto l’oro a Parigi. Da squadra dobbiamo pensare di non aver vinto, ma di aver perso. Bisogna dare un taglio ai festeggiamenti e ritornare a lavorare duro. Dobbiamo dimostrare di aver ancora gli occhi di tigre” ha dichiarato qualche mese fa il coach argentino.