Dalle delusioni olimpiche ai trionfi europei. Si potrebbe sintetizzare così il 2021 delle Nazionali azzurre di volley, ma sarebbe estremamente riduttivo. L’Italia, sia maschile che femminile, ha scelto di non schierare le formazioni titolari alla Volleyball Nations League, per permettere alle squadre già consolidate di prepararsi al meglio ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020. I giovani talenti schierati alla VNL di Rimini hanno faticato ad ottenere risultati, come prevedibile, contro le altre Nazionali a pieno roster. In Giappone però l’Italia schierava l’artiglieria pesante e le aspettative erano altissime. Gli azzurri erano infatti vice-campioni olimpici in carica e le azzurre arrivavano da un argento iridato e un bronzo europeo, entrambi arrivati dopo sconfitte contro la Serbia.
Le ragazze di Davide Mazzanti sono partite alla grande, ma i k.o. con gli Stati Uniti e l’ormai già eliminata Cina hanno minato la sicurezza delle azzurre. Poi sono state proprio le serbe di Terzic a firmare la disfatta: sono bastati tre set per eliminare l’Italia ai quarti di finale. Una doccia fredda cha ha destabilizzato tutti e lacrime, tante, che hanno fatto male anche ai tifosi. “Non cerchiamo alibi. Noi continuiamo così, con il sorriso, l’entusiasmo e la voglia di migliorarci che ci ha portate fino a qui! A tutto fuoco!” ha scritto Paola Egonu sui social all’indomani. E quel fuoco si è (ri)visto poche settimane dopo, agli Europei. I dubbi erano tantissimi e spazzare via quel fantasma della medaglia olimpica mancata sarebbe stato tutt’altro che semplice. Ma le azzurre ci hanno creduto, nonostante la pesante assenza di Caterina Bosetti (out per una frattura al dito del piede) e l’infortunio in corsa di Sarah Fahr.
Una confidenza ricostruita, gara dopo gara, fino ad arrivare alla finalissima contro la “bestia nera” Serbia, a casa sua. Ma questa volta, nemmeno i fischi degli oltre 20 mila tifosi possono fermare le azzurre: vittoria in rimonta al quarto set e titolo continentale. Una vittoria insperata dopo mesi difficilissimi, perché reagire è difficile ma solo le grandi squadre riescono a farlo così rapidamente. E allora diventa commovente anche pensare che Alessia Orro e Ofelia Malinov si alternino in cabina di regia come se nulla fosse; che Cristina Chirichella si metta completamente a disposizione della squadra, anche cedendo la fascia di capitana senza fare una piega; che Miriam Sylla stringa i denti nonostante i problemi al ginocchio per dare carica alle compagne, ma si potrebbe continuare.
“Gruppo” è la parola chiave anche per la svolta della Nazionale maschile, arrivata però in tutt’altro modo. Ai Giochi le aspettative erano probabilmente inferiori, ma l’uscita ai quarti contro l’Argentina di De Cecco (poi medaglia di bronzo) è inaspettata. Pensare poi che una colonna portante della squadra come Osmany Juantorena salutasse la maglia azzurra in questo modo ha aggiunto il carico da novanta. Proprio le assenze dell’italo-cubano e di Ivan Zaytsev (out dopo l’operazione al ginocchio) fanno sorgere ulteriori dubbi sulla nuova Italia di Fefé De Giorgi, subentrato in panchina a Gianlorenzo Blengini. Una squadra giovane che sembra non avere veri punti di riferimento in campo, ma il suo entusiasmo sorprende fin dall’inizio dell’avventura continentale.
Simone Giannelli si dimostra leader affidabile e l’intesa con Simone Anzani fondamentale nei momenti difficili. Il talento cristallino di Alessandro Michieletto emerge sempre più e le scelte del Ct azzurro sono sempre accurate, tirando fuori il meglio da ogni giocatore. L’Italia viaggia a pieno ritmo e rimane imbattuta, superando anche la forte Serbia in semifinale. Nell’atto conclusivo però, per la prima volta, l’entusiasmo sembra non bastare. La più esperta Slovenia è abile a mettere in difficoltà gli azzurri, ma De Giorgi pesca la carta Yuri Romanò. Il classe ’97, approdato in Nazionale direttamente dalla Serie A2, dà la scossa decisiva per la rimonta italiana e il trionfo finale al tie-break.
“I ragazzi hanno saputo soffrire, senza mai mollare“, ha detto Fefè De Giorgi dopo la vittoria. Una frase che potrebbe riassumere il percorso di entrambe le Nazionali azzurre, simile ma allo stesso tempo molto diverso. Due squadre giovani, due gruppi uniti, capaci di farsi forza e regalare all’Italia un doppio trionfo insperato dopo la delusione a cinque cerchi. Ai due titoli continentali senior, si aggiungono l’oro mondiale degli azzurrini Under 21 e l’argento iridato dell’Under 18 femminile. Insomma, l’Italia dovrà aspettare ancora per vincere quell’oro olimpico che ancora manca, ma i talenti e le capacità non mancano. E il 2021 ha dato un messaggio chiaro alle nostre Nazionali di volley: con pazienza e determinazione, ogni delusione può diventare motore per una grande impresa.