“Questa sera non sono qui a dare lezioni di vita, alla mia età ci sono più cose che posso imparare rispetto a quelle che posso insegnare. Anche nelle ultime settimane ho tratto insegnamento. In passato sono stata definita ermetica, così nel tempo mi sono impegnata a raccontarmi di più. Questo non ha evitato che alcune frasi venissero strappate dal contesto e incollate sui giornali come titoli per fare rumore. Ho imparato che ogni pensiero condiviso non è più sotto il pieno controllo di chi lo pronuncia. Dobbiamo sempre risalire all’originale. E’ quello che cercherò di fare io adesso”. Inizia così il monologo di Paola Egonu a Sanremo 2023: “Sono stata accusata di vittimismo, di drammatizzare e di non rispettare i mio paese. Amo l’Italia, vesto con orgoglio la maglia azzurra, per me è la più bella del mondo. Ho un profondo senso di responsabilità verso questo paese in cui ripongo il mio domani. Spesso ho sbagliato gli appuntamenti importanti, ho più finali perse che vinte. Eppure questo non fa di me una perdente. Non è perdente chi a scuola prende il voto più basso. Non è perdente nemmeno chi arriva nelle ultime posizioni a Sanremo. Vi ricordate Vasco Rossi? Ognuno col suo viaggio, ognuno diverso”, prosegue la campionessa di volley sul palco dell’Ariston.
“Perché sono alta? Perché mio nonno vive in Nigeria? Perché mi chiedono se sono italiana? Perché sono diversa? Perché vivo questa cosa come fosse una colpa? Col tempo ho capito che la mia diversità è la mia unicità. Perché io sono io? Perché io sono io”, ha aggiunto. E sul razzismo: “Prendete dei bicchieri di vari colori, metteteci dentro l’acqua, la maggior parte delle persone sceglierà quello trasparente, ma se berrete dal bicchiere colorato scoprirete che l’acqua ha lo stesso gusto, siamo tutti uguali oltre le apparenze. Le critiche non sono mai mancate, alcune costruttive, altre no, altre sono macigni. Sta a noi dare il giusto peso. Ho dovuto affrontare dei momenti brutti, ma non ho mai smesso di vivere quelli belli”.