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Ci sono atleti e squadre che entrano nel cuore di appassionati e non. Ma qual è il momento esatto in cui diventano iconici per il proprio Paese? Difficile dirlo. Spesso succede in occasione dei Giochi Olimpici, quando tutti gli italiani rimangono incollati al televisore per seguire le gesta degli azzurri, anche di quelli meno noti, finendo per affezionarsi ad alcuni di loro. Ma in alcuni casi, all’Italia non serve un Olimpiade per rendersi conto di avere dei fenomeni. Un esempio? La Nazionale maschile di pallavolo guidata da Julio Velasco che in un decennio ha conquistato tutto. Quasi tutto. Sì, perché l’oro olimpico non è mai arrivato e rimane un tabù per l’Italvolley, ma la cosiddetta generazione dei fenomeni è riuscita comunque a conquistare i cuori degli italiani.
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Il colpo di fulmine scattò precisamente il 1 ottobre 1989. Quel giorno Andrea Anastasi, Lorenzo Bernardi, Marco Bracci, Luca Cantagalli, Fernando De Giorgi, Andrea Gardini, Andrea Lucchetta, Stefano Margutti, Roberto Masciarelli, Gilberto Passani, Paolo Tofoli e Andrea Zorzi si laurearono campioni d’Europa. Fu un cammino sorprendente perché gli azzurri di certo non arrivarono a quella rassegna continentale da favoriti, anzi. La Federazione aveva dato fiducia a coach Velasco, arrivato sulla panchina azzurra nel 1989 con un progetto ambizioso, ma nessuno pensava che i frutti si potessero raccogliere già all’Europeo dello stesso anno. Alla rassegna continentale, svoltasi in Svezia, si intuì però fin dal principio che gli azzurri non erano solo in cerca di esperienza. Infatti, i ragazzi di coach Velasco, inseriti in un girone di ferro con i padroni di casa, Bulgaria e Francia, superarono la prima fase da primi del gruppo A, incassando solamente una sconfitta. L’Italia dunque si qualificò direttamente alla semifinale, dove sconfisse la solida Olanda con un netto 3-0 conquistando così il pass per la finale.
Nell’atto conclusivo gli azzurri si trovarono di fronte proprio la Svezia, che in semifinale aveva battuto al tie-break la forte Unione Sovietica. La finale al “Globen” di Stoccolma del primo ottobre 1989 fu un match a senso unico: l’Italia si impose per 3-1 e vinse così il primo titolo europeo della sua storia. Il giorno seguente la nazionale rientrò in Italia ed arrivò un’altra sorpresa. Appena usciti dal terminal dell’aeroporto, sentirono un tassista suonare il clacson. Il tassista scese e urlò: “Bravi ragazzi, siamo campioni d’Europa!”. Gli azzurri, increduli, si resero conto di aver coinvolto tutto il Paese con la loro impresa. Quello non fu solo il primo successo di un decennio che poi regalò la bellezza di 3 titoli europei, 3 titoli mondiali e 8 World League, fu la prima volta che la pallavolo entrò nelle case delle italiani. Ecco perché la generazione dei fenomeni nacque il 1 ottobre 1989.
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