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La pallavolista Lara Lugli ha voluto raccontare, nella giornata dedicata alle donne, una vicenda che l’ha vista protagonista nel 2019. In una lunga lettera pubblicata su Facebook racconta la questione legale che l’ha vista di fronte alla sua ex società, il Pordenone, che l’ha citata per danni accusandola di “non aver onorato il contratto e per aver perso dei soldi dagli sponsor”, solamente per il fatto di essere rimasta incinta.
“Rimango incinta e il 10 marzo comunico alla società il mio stato, così si risolve il contratto”, racconta Lara. “Le accuse sono che al momento della stipula del contratto avevo ormai 38 anni e data l’ormai veneranda età dovevo in primis informare la società di un eventuale mio desiderio di gravidanza, che la mia richiesta contrattuale era esorbitante in termini di mercato e che dalla mia dipartita il campionato è andato in scatafascio”.
“Viene contestato l’ammontare del mio ingaggio troppo elevato, ma poi dicono che dopo il mio stop la posizione in classifica è precipitata e gli sponsor non hanno più assolto i loro impegni”, si legge nella lettera. “Dunque il mio valore contrattuale era forse giusto? Chi dice che una donna a 38 anni, o dopo una certa età stabilita da non so chi, non debba avere il desiderio o il progetto di avere un figlio? Non è che per non adempiere ai vincoli contrattuali stiano calpestando i diritti delle donne, l’etica e la moralità? Se una donna rimane incinta non può conferire un danno a nessuno e non deve risarcire nessuno per questo. L’unico danno lo abbiamo avuto io e il mio compagno per la nostra perdita e tutto il resto è noia e bassezza d’animo” conclude.
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