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Una data storica per l’Inter e per il calcio italiano. Ventotto aprile duemiladieci, i nerazzurri di Josè Mourinho mettono piede in un ‘Camp Nou’ bollente, forse che mai: è il ritorno della semifinale di Champions League dopo che all’andata Milito e compagni giocarono una partita memorabile e riuscirono a rimontare un gol di svantaggio vincendo per 3-1. Ma in Catalogna non si fa che parlar altro di ‘Remuntada’. L’Inter rimane in dieci per una espulsione diretta di Thiago Motta e la montagna da scalare diventa un Everest: i minuti non passano mai, la difesa eroica di Eto’o terzino, i recuperi e i rinvii di Lucio e Samuel, ma soprattutto le parate di Julio Cesar. Una è rimasta impressa per sempre, quella su Messi, un volo irreale definito dallo stesso portiere brasiliano la parata più bella della sua vita. Il gol di Piquè nel finale per rendere ancor di più l’impresa eroica: alla fine è 1-0. L’Inter perde, ma vola in finale. Qualche settimana dopo alzerà la Coppa al cielo al ‘Santiago Bernabeu’, ma la sconfitta del Camp Nou rimarrà per sempre la più bella di sempre. E la Uefa, oggi, ad undici anni di distanza, celebra Julio Cesar, che in quella notte indossò il mantello da supereroe e scacciò gli animi bollenti di quel Camp Nou.
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