[the_ad id=”10725″]
Quando il Manchester City prese la decisione di vendere Brahim Diaz al Real Madrid per una cifra intorno ai 17 milioni più bonus, decise di inserire una clausola anti Manchester United, in grado di far lievitare la percentuale spettante ai citizens in caso di cessione ad un altro club di Manchester. Un aneddoto che la dice lunga su quanto Guardiola credesse nel talento del classe 1999. Dal trasferimento al Real Madrid le cose non sono andate esattamente come sperato. Dal 2018 Brahim ha collezionato ventuno presenze in due stagioni, con due gol. Poco per un ventunenne. Ma di tempo ce n’è ancora e se il Real Madrid ha insistito tanto per avere ancora un diritto sul calciatore (si vedranno con l’ufficialità i dettagli dell’operazione), allora un motivo deve esserci. Mancino ma fondamentalmente ambidestro, in grado di giocare da trequartista e da esterno su entrambe le fasce, può costituire una alternativa di tutto rispetto per Stefano Pioli ormai orientato a giocare con un 4-2-3-1.
E Brahim Diaz tra le linee sembra esserci nato, non importa in quale punto esatto del campo. Nell’agosto del 2017 diventa il terzo più giovane ad esordire con l’Under 21 spagnola alle spalle di Meré e Bojan. In quell’occasione, alla risposta sui suoi punti di riferimento, la risposta fu rapida: “Iniesta e David Silva“. Lo stesso Silva che con lui ha condiviso lo spogliatoio per un anno e mezzo circa nella squadra di Guardiola. E con lo stesso Pep c’è stato un legame. Il suo procuratore per più di una stagione è stato infatti Pere Guardiola, fratello della leggenda del Barcellona. Insomma, le referenze non sono poche. E adesso nel suo futuro c’è il Milan.
[the_ad id=”668943″]
[the_ad id=”676180″]