Giancarlo Pedote ce l’ha fatta. Dopo 85 giorni, 20 ore e 32 minuti il velista italiano ha completato la Vendée Globe 2025. Questa mattina, alle 08.34, lo skipper di Prysmian ha tagliato il traguardo al largo di Les Sables d’Olonne al 22° posto dopo un’ultima notte dalle temperature molto rigide nell’inospitale Golfo di Biscaglia. Quattro anni dopo l’ottavo posto del 2020-2021, Pedote ha dovuto affrontare tantissime difficoltà e imprevisti, tra cui i problemi al timone nel temutissimo punto nemo (polo oceanico, il punto dell’oceano più lontano da qualsiasi terra emersa). Nel 2021 non ci furono intoppi e fu una traversata decisamente meno probante. Quest’anno il ritardo dal vincitore di Charlie Dalin ha superato di venti giorni (21 giorni). Questa volta Pedote si è trovato nella seconda metà del gruppo sin dall’inizio, intrappolato in venti leggeri e in lotta, dall’Oceano Antartico in poi, con il timone del suo IMOCA. “Non si può sapere in anticipo quali condizioni meteorologiche incontrerai e nemmeno in quale portata. Il mare è imprevedibile e bisogna affrontare ogni imprevisto con attenzione. Bisogna essere costantemente vigili. Ho avuto momenti alti e momenti bassi. Negli ultimi giorni tutti i modelli di previsioni erano piuttosto instabili e questo non mi ha permesso di chiudere più in fretta questa seconda Vendée. Non è stato facile affrontare gli ultimi giorni di navigazione”, le sue parole
Le Vendée di Pedote
In un’edizione record con l’incredibile traversata del vincitore Charlie Dalin, che ha sgretolato ogni record della manifestazione arrivando a destinazione in soli, se così si può dire, 64 giorni 19 ore 22 minuti 49 secondi (17.79 nodi di velocità media), Pedote ha fatto il possibile strizzando in alcuni frangenti l’occhio anche alla top 15. L’avvio è stato decisamente promettente con lo skipper fiorentino, 50 anni il prossimo 26 dicembre, che ha galleggiato nel gruppo di testa fino all’Oceano Indiano. Dopo il Capo di Buona Speranza (Sudafrica) Pedote si è trovato, per un breve periodo di tempo, in testa alla Vendée. Il tratto più duro è stato l’Oceano Pacifico, che non è stato clemente con il velista di Prysmian. Prima il problema al timone in corrispondenza del punto nemo e poi qualche intoppo ai foil hanno costretto Pedote a perdere di vista il gruppo di testa e a sprofondare fino ai margini della top 30. Condizioni avverse fino a Capo Leeuwin (Australia), che il 49enne toscano ha doppiato in 27ª posizione. Superate le grandi difficoltà dell’Oceania, inizia la rimonta con velocità media in linea con Dalin, Richomme & co. Una reazione tutta di voglia e determinazione che lo ha riportato in top 20, fino alla 18ª posizione al rilevamento di Capo Horn (Cile), ultimo scoglio prima della risalita dell’Oceano Atlantico. Risalita che è sembrata sin da subito promettente. In pochi giorni recuperate altre posizioni e agganciato il gruppo di Jean Le Cam, Alan Roura e Isabelle Joschke grazie a condizioni favorevoli al largo delle coste del Brasile. Le ultime settimane sono state piuttosto dure per Pedote, che non era più accompagnato dalla propria IMOCA come lo era stato per tutti i due mesi precedenti. Una barca stanca e provata dalle dure condizioni poste dagli Oceani oltrepassati. Un’imbarcazione in difficoltà e le condizioni meteo avverse all’altezza del Marocco sono stati i fattori che hanno visto Prysmian scivolare nuovamente fuori dalle prime venti posizioni. Il Golfo di Biscaglia ha rincarato la dose con temperature piuttosto rigide e condizioni di vento e mare al limite. 22° posto che nel complesso può sembrare deludente ma, visti tutti gli imprevisti che il nostro Pedote ha attraversato, va considerato quasi come una vittoria.