Un po’ come un’eruzione vulcanica: spettacolare da vedere, a patto che sia a distanza di sicurezza. I velisti della Vendée Globe, il giro del mondo in barca a vela senza scalo o assistenza, che hanno avvistato un iceberg non lontano dalla propria rotta, in uno dei punti più remoti della terra, devono aver vissuto emozioni forti, ma contrastanti. La prima sorpresa del 2025 arriva dal Pacifico, nei pressi della Zona di Esclusione Antartica, proprio mentre Sébastien Marsset, Éric Bellion e Conrad Colman si avvicinavano alla latitudine dal punto Nemo (il punto dell’oceano più lontano da qualsiasi terra emersa). Sono loro tre ad aver segnalato alla direzione di gara la presenza dell’iceberg. E non è un fatto banale, visto che è dal 2008 che un concorrente (in quel caso Samantha Davies) non segnalava un iceberg fuori dalla Zona di Esclusione Antartica, un’area che i velisti non possono oltrepassare e che viene istituita con CLS (Collecte Localization Satellites) prima della partenza proprio per evitare brutte sorprese ai concorrenti. Gli iceberg però si muovono. E di conseguenza, la Zona di Esclusione potrebbe essere tagliata fuori, ma comunque non più modificabile dopo il passaggio dei primi della classe. Allo stesso tempo però va salvaguardata l’incolumità dei velisti e per questo motivo la direzione di gara fornirà dei report aggiornati attraverso immagini satellitari. Fabien Delahaye, assistente alla direzione di gara, ha spiegato: “In pochi giorni si sono spostati verso nord. Oggi abbiamo due rilevamenti confermati, che sono stati visti sulle immagini per tre giorni consecutivi, a 24 ore di distanza. Abbiamo quindi avvisato gli skipper interessati, uno per uno, inviando loro tutte le informazioni”.
LE DICHIARAZIONI DEI PROTAGONISTI
Il primo ad inviare la segnalazione è stato Sebastien Marsset, che ha raccontato gli attimi movimentati dell’avvistamento: “Il mio allarme radar è scattato: avevo un eco quattro miglia più avanti. Metto fuori la testa e subito vedo l’iceberg. C’è stato un po’ di scompiglio perché ero a 17 nodi. Quindi dovevo manovrare per evitare l’iceberg. Mi ritrovo a 2,5 miglia dall’iceberg… provo ad orzare ma senza accelerare troppo. Francamente mi ha lasciato a bocca aperta, ci stavo andando contro! Questo iceberg quindi alla fine non era affatto andato alla deriva verso Nord, ma verso Est, quindi mi trovavo alla sua stessa latitudine e me lo sono sono trovato… di fronte!”, il suo racconto. “Ammetto che stanotte non ho dormito molto, ma adesso… è un trend! C’è tensione perché stiamo controllando tutto, ho tutti gli allarmi, ho passato non so quanto tempo fuori a guardare la minima schiuma credendo fosse un pezzo di ghiaccio! Bisogna prendere fiato, va tutto bene, ce n’è un altro più a est, ma penso che prenderò più distanza dalla sua posizione teorica. Ammetto che mi ha tolto il fiato! L’anno 2025 sta iniziando in modo molto intenso e per la prima volta nella mia vita ho visto un iceberg”, ha aggiunto.
Carico di adrenalina anche Eric Bellion: “Ammiro i pionieri, nei primi giri del mondo ci voleva una buona dose di coraggio e sicuramente anche un po’ di incoscienza. Per il 1° gennaio, ecco un piccolo regalo dall’Oceano Pacifico! È spaventoso. Io e la barca non stiamo facendo i furbi! Gli iceberg sono belli con le barche da spedizione dotate di scafi in acciaio ma non con le nostre barche da corsa in carbonio”. Più a nord, Guirec Soudée predica cautela: “Ho rallentato il ritmo, stavo navigando a 18-20 nodi con picchi sopra. Ma in passato ho già preso del ghiaccio a 4-5 nodi con una barca in acciaio, non è stato molto piacevole, quindi con una barca in carbonio preferisco non pensarci! Aggiunge un po’ di pepe alla gara, ma è comunque un po’ stressante, sono sul mio radar, ogni 20 minuti che esco”.
AVARIA PER THOMAS RUYANT
Brutte notizie per Thomas Ruyant, quarto in classifica. “Questo giovedì pomeriggio, al largo di Montevideo (Uruguay), Thomas Ruyant è stato improvvisamente sorpreso da una burrasca estremamente violenta, che ha superato i 55 nodi. Sotto l’effetto di questa imprevedibile folata di vento, il suo IMOCA VULNERABLE si è rovesciato. L’imbarcazione si è subito raddrizzata, a scapito della vela di prua che portava da diversi giorni, la J2, questo fiocco di circa 100 m2 fissato su uno strallo strutturale e che ha sofferto questa brutale ‘uscita di strada’. Thomas si è concesso una pausa per salire sul ponte e valutare il danno. Il J2 è a brandelli e ora inutilizzabile”, si legge nella nota della competizione.
LA SITUAZIONE DI PEDOTE
Giancarlo Pedote, unico italiano in gara, è al momento diciottesimo e si sta dirigendo verso Capo d’Horn dopo aver superato il punto Nemo. “Buon anno a tutti, festeggio dentro la mia grotta con un bel piatto di lenticchie, che in Toscana portano fortuna. La Dea bendata me la tengo dalla mia parte. Mi metto a riposare e con la mia coperta gialla mi copro tutto. Realizzate i vostri sogni, ma non tutti: lasciate sempre qualcosa per avere uno slancio per il futuro senza cadere nella noia”, l’ultimo messaggio da bordo di circa 20 ore fa.