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Vela, Ready Steady Tokyo: ottima partenza per i Nacra 17 italiani, Camboni terzo negli RS:X

Mattia Camboni - Rio 2016 - foto SailingEnergy/FIV

Quest’oggi è stato dato il via al test event nella futura sede olimpica per la vela di Enoshima: il primo giorno del Ready Steady Tokyo si è svolto in condizioni di vento sostenuto, le quali hanno causato problemi fisici soprattutto ai nostri italiani. In fattispecie, all’interno dei Nacra 17 italiani, Caterina Banti e Maelle Frascari sono state messe parecchio alla prova fisicamente e Flavia Tartaglini, in seguito a un primo posto nella prima prova, è stata costretta alla resa durante la seconda prova a causa di un problema alla spalla: l’atleta romana rientrerà nella giornata di domani in Italia dove effettuerà delle visite al CONI per valutare al meglio il recupero fisico in vista del Mondiale di classe che avrà luogo tra un mese.

Nonostante gli acciacchi non si può dire che i Nacra 17 italiani siano partiti male: Ruggero Tita e Caterina Banti (SV Guardia di Finanza/CC Aniene) sono primi con due primi e un terzo posto (scartato) mentre Vittorio Bissaro e Maelle Frascari (GS Fiamme Azzurre/CC Aniene) sono quinti dopo tre prove (2, 10, 6). Tra i due equipaggi azzurri troviamo in seconda posizione i tedeschi Paul Kohlhoff e Alica Stuhlemmer, i britannici Ben Saxton e Nicola Boniface terzi e gli argentini campioni olimpici a Rio, Santiago Lange e Cecilia Carranza Saroli. Parte bene anche Mattia Camboni (GS Fiamme Azzurre) negli RS:X maschili: è terzo con due terzi posti e un ottavo (scartato). Daniele Benedetti (GS Guardia di Finanza) è dodicesimo con 8, 18 e 13. Davanti a Camboni, sul podio provvisorio, il francese Thomas Goyard è primo seguito dal britannico Tom Squires. Negli RS:X femminili Marta Maggetti (SV Guardia di Finanza) è ottava con i parziali di 10, 15 e 5. Da domani sarà lei l’unica rappresentante italiana nelle tavole a vela femminili a causa del ritiro già citato di Flavia Tartaglini. Il podio virtuale dopo tre prove è composto dalla cinese Lu Yunxlu, dalla polacca Maja Dziarnowska e dalla britannica Emma Wilson.

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