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La tappa più lunga della storia di The Ocean Race – da Città del Capo a Itajai – non è iniziata con i migliori presupposti per la flotta che sta gestendo i forti venti di un sistema di bassa pressione delle latitudini meridionali. L’imbarcazione GUYOT environnement – Team Europe ha deciso di tornare indietro verso Città del Capo dopo un problema strutturale alla barca. “Ero appena uscita dal turno di guardia e stavo per mettermi in cuccetta quando ho visto che sul lato opposto della barca c’era una borsa legata al pavimento che si muoveva”, ha raccontato Annie Lush, che spiega: “Non credo di averla mai vista muoversi in quel modo e quando sono andata a controllare ho sentito il rumore della delaminazione… Riuscivamo a sentirla e a vederla muoversi su e giù… Abbiamo parlato con gli architetti e non c’è modo di ripararlo a bordo, quindi dobbiamo tornare a Città del Capo”.
Non solo. Nella serata di martedì, Team Malizia ha dovuto fare i conti con un’avaria al meccanismo di chiusura della vela di prua che ne ha provocato la caduta in acqua. L’equipaggio è riuscita a limitare i danni, come ha spiegato lo skipper Boris Herrmann: “Ora stiamo usando un’altra vela da poppa, ma questo problema ci è costato un’ora di lavoro e ci ha fatto scarrocciare, facendoci perdere forse almeno 20 miglia, oltre alla vela! Comunque, tutti stanno bene e hanno fatto un ottimo lavoro per risolvere il problema e, per quanto ne sappiamo, non ci sono stati altri danni”. Al momento in testa alla regata c’è Kevin Escoffier e il suo Team Holcim PRB. Si prevede che la navigazione richiederà circa 34 giorni e la tappa prevede il doppio dei punti: una metà sarà assegnata in base all’ordine in cui le barche passano la longitudine 143° Est (vicino alla punta occidentale della Nuova Zelanda), l’altra in base all’ordine di arrivo a Itajaí.
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