Si parte da Alicante. Si arriva a Genova, ma tra cinque mesi. Nel mezzo sette tappe e grande spettacolo. È la Ocean Race, che per la prima volta terminerà in Italia. Se ne riparlerà a luglio. Domani, ad Alicante in Spagna, è in programma il via per le due classi, la VO65, ma soprattutto le IMOCA. Cinque imbarcazioni pronte al giro del mondo tra Capo Verde, Città del Capo, Newport, Itajai, Aarhus. Insomma, le sfide sono tante e da non perdere. Sono 1900 miglia a separare gli equipaggi in gara dall’isola di Capo Verde, Mindelo, a São Vicente. Si attraversano antichi tabù e mitologie, le Colonne d’Ercole di Gibilterra, dove passato e modernità si incrociano: le paure degli antichi navigatori e il traffico congestionato delle navi commerciali da evitare. Una sfida che sa di fascino, ma che può costare caro in uno sprint breve rispetto alle altre tappe.
La prima frazione dovrebbe durare infatti dai tre ai quattro giorni. Bazzecole rispetto a ciò che attende i team in gara, soprattutto per la terza tappa che sarà la più lunga della storia della regata: 34 giorni circa tra i ghiacci e il gelo di un Oceano che mostrerà il suo volto più duro. Per ora, insomma, lo sprint da Alicante a Capo Verde è un assaggio. Un antipasto però tutto da seguire e non sottovalutare, anche perché il mare ha le sue regole e la prima è che gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. Lunedì quindi si entra nel vivo in bolina. Secondo i bollettini, nella rotta verso Gibilterra, è attesa una velocità di vento da 25-30 nodi con possibili raffiche fino a 45 nodi e onde di 4-5 m. Un primo banco di prova, ancor prima dei dubbi da sciogliere quando la prua sarà diretta verso sud: costeggiare o dirigersi verso il largo? Si valuterà. Dalle Canarie i team poi si muoveranno verso São Vicente. Come detto, tre o quattro giorni, con tante variabili da valutare. Una sfida interlocutoria, prima che il giro del mondo entri nel vivo davvero con la tappa dei record.