Vela

Luna Rossa, perché credere nel miracolo: il fattore Spithill e la forza del gruppo

Luna Rossa
Luna Rossa - Foto Ricard Novella Centellas / IPA Sport / IPA

Anno 2013, San Francisco. La sfida in America’s Cup tra il defender Oracle Racing e lo sfidante New Zealand vede i kiwi mettere le mani sul trofeo più antico dello sport, portandosi sul parziale di 8-1 (con distacchi enormi, come 36” nella prima gara e 52” nella seconda). Ad un punto dalla vittoria, però, New Zealand subisce la rimonta storica degli statunitensi fino al 9-8. Una delle imprese più incredibili della storia dello sport che portò la firma anche di Jimmy Spithill, skipper del team statunitense. L’australiano – destinato a vincere nell’anno successivo il premio di ‘velista dell’anno’ – è oggi uno dei due addetti al timone di Luna Rossa, sotto 4-6 nel punteggio in finale di Louis Vuitton Cup 2024, il torneo degli sfidanti, contro Ineos Britannia. Manca un punto a Ben Ainslie (che di Oracle nel 2013 fu il tattico a partire dalla sesta regata) e compagni e domani sono in programma due regate. Di fatto, al team italiano servono tre vittorie consecutive in un confronto che si è dimostrato essere estremamente equilibrato con una sola doppietta, quella di ieri firmata dai britannici.

Per annullare tre match point servono autostima, organizzazione, talento, intuizione. Ingredienti che non mancano nell’equipaggio italiano, non solo nell’equipe di timonieri, trimmer e cyclor, ma anche nello shore team che nel quinto giorno di gare ha dato vita ad una riparazione lampo (in poco più di mezz’ora) dopo il guasto in gara-7, consentendo a Luna Rossa di regatare e vincere il match race del 4-4. Tra addetti alla meccatronica e alla manutenzione, è spuntato anche Max Sirena, Skipper e Team Director, numero 1 del team, alle prese con il nastro adesivo per dare una mano ai tecnici. Sembra retorica, ma non lo è: l’unità del gruppo nei momenti delicati è fondamentale e Luna Rossa dà l’idea di essere una macchina organizzativa perfetta. I problemi ci sono, ma quando si spinge un AC75 al limite gli inconvenienti possono essere dietro l’angolo. Come possono essere dietro l’angolo le mosse sbagliate (il fiocco troppo piccolo di ieri) quando il livello è così alto. Ma la compattezza del team è la base necessaria per portare la prestazione al massimo livello. “Non è finita. Adesso è il momento in cui abbiamo davvero bisogno degli sforzi e della spinta di tutti, a partire dalla cucina fino a chi timona la barca. Questo team si è già trovato in questa situazione in passato. Continuiamo a spingere perché siamo ancora in gioco, nulla è cambiato. Ci vogliono due secondi per far girare l’inerzia”, ha detto Max Sirena al gruppo.

Bisogna commettere meno errori possibile perché l’equilibrio regna sovrano. Pur avendo perso e avendo avuto difficoltà soprattutto in poppa, Luna Rossa in gara-9 ha registrato la miglior velocità media (39.34kn). L’AC75 italiano è velocissimo, ma non può permettersi sbavature nel box di pre partenza. Ben Ainslie e compagni non sono infallibili e bisognerà sgretolare le loro certezze nelle manovre che precederanno la partenza. Spithill e Bruni hanno saputo regalare partenze perfette. L’esempio più eloquente è quello legato all’ultimo confronto con New Zealand, quando un’incredibile accelerazione sopravento fu preceduta dalla caduta dai foil di kiwi allo start. Quello fin qui è stato il punto massimo di autostima toccato da Luna Rossa in questa campagna di Barcellona. Serve quell’atteggiamento. E Max Sirena lo ha detto: “Abbiamo l’uomo migliore per uscire da questa situazione”. Non ha fatto nomi, perché il nome era scontato: l’unico ad aver rimontato un 1-8. Jimmy Spithill vuole regalarsi un’altra pagina di storia magari proprio contro Ben Ainslie, ex compagno di quella rimonta magica.

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