“Sono delusa da una certa mentalità molto maschilista della vela. Faccio un esempio: World Sailing ha annunciato i finalisti del Premio dell’anno, nella categoria maschile c’è il nome di Ruggero Tita, ne sono contenta, ma in quella femminile non c’è il mio. Insieme siamo nominati nella categoria a squadra. Ma Ruggero non gareggia da solo, i titoli li abbiamo vinti insieme. Tra i giovani c’è Vittorio Bonifacio, ma non la timoniera, Lisa Vucetti. Eppure sono un equipaggio misto. La Fiv ha subito chiesto spiegazioni. Mi chiedo: perché le donne a un certo punto scompaiono dalla vista? In un momento in cui il mondo olimpico, le istituzioni, federazioni e Coni e persino la Coppa America si aprono alla parità di genere?”. Lo ha detto Caterina Banti, doppio oro nelle vela alle Olimpiadi, in un’intervista molto interessante concessa a Repubblica nell’edizione di oggi in edicola.
Su Luna Rossa e i team misti non graditi da Bertelli e sul trattamento delle donne nello sport: “Lui è un uomo d’altri tempi, quando le donne mettevano paura, portavano disturbo e disgrazie. Ma è veramente così o sono solo pregiudizi? L’uomo è più diretto e pratico? Spesso sì. La donna forse sarà meno concreta, ma ha grande forza e resistenza mentale. Dico questo: se non ci date l’opportunità di provare, come potete dire che siamo inadatte. Mettete alla prova i nostri meriti e poi scartateci. Ma dopo, non prima. Come possiamo diventare brave se non ci viene data un’occasione? Se non s’inizia mai come in F1 è un’esclusione dettata dal pregiudizio. Tita e io abbiamo vinto molto insieme, lui prenderà il timone nella prossima Coppa America, se lo merita davvero. Ma la vela non è solo una questione fisica. Se poi per i media l’attrazione è solo se lui e lei stanno insieme è un’altra storia. Ai Giochi di Tokyo ce lo chiedevano sempre: come mai tu e Ruggero non siete fidanzati? La relazione sessuale: solo quella sembrava interessare. Non la collaborazione vincente nonostante le diversità dei caratteri, non i ruoli interscambiali, non i percorsi di vita, non le personalità”.