“Sono tornata in albergo e ho chiamato la mia fidanzata. Piangevo e lei mi ha consolata, mi ha detto che le sconfitte fanno male, ma sono lezioni che vanno imparate. E che ci avrei sofferto però, poi, sarei stata meglio. Rivelare con grande semplicità di avere una ragazza? Lo trovo normale“. Paola Egonu si racconta in un’intervista esclusiva al Corriere della Sera a poche settimane dalla medaglia d’argento conquistata ai Mondiali di pallavolo femminile 2018 andati in scena in Giappone. La star dell’Italvolley di coach Mazzanti ha rivelato di aver sofferto tanto dopo la sconfitta in finale contro la Serbia: “Stavo male, potevamo fare meglio. Ma comunque ci abbiamo creduto: dopo il primo allenamento avevo tantissime aspettative ma non vedevo quello che avrei voluto vedere. Poi ci abbiamo creduto e siamo cresciute”. Sul soprannome di ‘ragazze terribili’ che ha reso uniche le azzurre durante il torneo: “Mi sento terribile nell’impatto, che può sembrare molto scontroso. Dopo, quando riesco ad aprirmi, non sono così terribile“.
Poi l’infanzia, contraddistinta da qualche episodio di razzismo fin dalle scuole: “Un bimbo non s’accorge del colore che ha finché, a scuola, una maestra dice che è nero o giallo. Ho vissuto alcuni episodi di razzismo, è normale anche se non dovrebbe esserlo“. Ed infine sull’amore Egonu spiega: “Non so effettivamente cosa sia, lo sto scoprendo ora, forse. Penso che l’amore sia in tutto. La telefonata di un amico, le compagne di squadra che si interessano a te e tu a loro. Nasciamo con l’amore, perché nasciamo con nostra madre che ci riempie di baci e ci coccola e vorrebbe che fossimo protetti per tutta la vita. So che non è sempre così. Adesso però, almeno per ora, lo è“.