Max Verstappen riparte da dove aveva lasciato, ma non come aveva lasciato, e questa è la prima certezza che emerge dalle qualifiche, intense come raramente negli ultimi due anni, del GP del Bahrain. Ricomincia la Formula 1, lo fa senza gerarchie nette, ma con dei rapporti di forza che esistono, ricalcano lo scorso anno, ma soprattutto la parte finale della stagione, e non sono però ancora del tutto scolpiti nel marmo. Per il momento, come nel giorno della marmotta, quasi per inerzia, ma con una gran zampata nel Q3 (complice anche l’astuzia nel trovare una scia perfetta da una McLaren), l’olandese tre volte campione del mondo si prende la pole position, la numero 33 in carriera, il quinto di sempre. Numeri da brividi per chi è ancora un classe 1997, un campione assoluto che adesso dovrà probabilmente calarsi nella parte di chi, pur essendo ancora quello da battere, non ha lo stesso gap dell’inizio dell’anno scorso. Tradotto, può vincerle tutte, ma deve sudarsela e gli errori stavolta potrebbe pagarli.
In questo senso, la prima fila della Ferrari con Charles Leclerc, ad appena due decimi, è da accogliere con soddisfazione. Il Cavallino ha lavorato duro per ricucire il margine nei confronti della Red Bull e i passi avanti sono netti e visibili, tanto che questa pole, davvero incerta e con distacchi alla fine minimi tra i partecipanti al Q3, è vissuta sul sottile filo dell’equilibrio e nel Q2 il miglior tempo non solo è di Leclerc, ma questo crono sarebbe bastato per la pole qualora ripetuto anche nel giro decisivo per la griglia di partenza. Dunque, un filo di delusione persino, ed è un bel segnale per Maranello: difficile dire se in gara, dove Verstappen potrebbe trovare due-tre decimi al giro, si può persino pensare di vincere, o se si punterà al doppio podio, visto che Sainz è in seconda fila, con in mezzo tra le due Rosse, però, un sorprendente George Russell, terzo con il suo compagno – ma solo per quest’anno – Lewis Hamilton naufragato in quinta fila. Sergio Perez anche lui comincia come aveva lasciato, nel più totale anonimato, Fernando Alonso dà spettacolo prendendosi i riflettori da solo con un timing diverso nel Q3, ottimo Nico Hulkenberg che finisce in top-10 inserendosi di fatto al posto del solito addormentato Stroll. E poi, la più grossa delusione: Ocon diciannovesimo, Gasly ventesimo, le due Alpine sono in ultima fila e ci sarà da sistemare in fretta una macchina evidentemente nata male. Insomma, una qualifica che non fuga ogni dubbio e ogni incertezza: si riparte da dove si era finiti, ma con distacchi mutati e una gara tutta da scrivere.