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Carlos Alcaraz contro Daniil Medvedev: la testa di serie numero uno contro la numero tre. Difficile desiderare una semifinale più bella in questo US Open. Si tratta del campione in carica, Alcaraz, contro il giocatore che ha trionfato l’anno prima di lui, l’unico che nel 2021 riuscì a infrangere il sogno Grande Slam di Djokovic. Due giocatori unici, che arrivano a questa sfida in grande condizione e cercheranno in tutti i modi di accedere all’ultimo atto della competizione. I precedenti sono 2-1 in favore dello spagnolo, due vittorie che sono arrivate entrambe in questa stagione e entrambe in due partite importantissime: la semifinale a Wimbledon e la finale a Indian Wells. Sfide diverse tra loro che si combinano in questo prossimo incrocio: la superficie è la stessa del 1000 americano di qualche mese fa, con un match alla meglio di cinque come a Wimbledon. Se per lo spagnolo si tratta di una conferma non scontata, perché non è mai facile ripetersi due anni consecutivi a livelli eccelsi nel circuito, per Medvedev questa semifinale è un’altra splendida notizia: dopo la scorsa stagione, quest’anno il russo è tornato a entusiasmare e a mettere in mostra una condizione a larghi tratti dominante. Entrambi i giocatori vorranno aggiungere un trofeo Major alla propria bacheca e saranno pronti a darsi battaglia senza esclusione di colpi.
Il cammino degli sfidanti
Daniil Medvedev ha perso due soli set in questo torneo: contro O’Connell al tie-break del terzo e contro De Minaur 2-6 al primo. Due set poco dolorosi nell’economia dei risultati e, soprattutto, trascurabili dal punto di vista della fatica sul piano fisico e mentale. Proprio sulla mentalità Medvedev ha costruito le fondamenta dei suoi successi a New York; come suo solito, ha scaricato su chiunque la propria tensione: dalla panchina al pubblico, dagli arbitri all’organizzazione, facendo delle lamentele la propria forza rigenerante nei momenti in cui avrebbe potuto perdere lucidità. Il russo ha affrontato Balazs, O’Connell, Baez, De Minaur e Rublev, ma più che gli avversari con la racchetta in mano è sembrato soffrire per un avversario imbattibile: il caldo. Tanto devastante negli scambi da fondo campo quanto sofferente per le condizioni climatiche di Flushing Meadows, l’ex numero uno al mondo avrà bisogno di tutta la propria resistenza mentale e, perché no, di qualche suo momento di follia per battere Carlitos.
Molta meno sofferenza si percepisce dal modo di stare in campo di Alcaraz, che per arrivare in semifinale ha avuto la meglio su Koepfer, Harris, Evans, Arnaldi e Zverev, perdendo un set solamente contro il britannico campione di Washington. Carlos è dinamico, carico e, soprattutto, devastante negli scambi. Ha affrontato avversari non particolarmente competitivi rispetto ad altri tabelloni visti in stagione, eppure ha dimostrato ogni volta di essere estremamente maturo per la sua età. L’atteggiamento e la voglia di vincere sono le caratteristiche che rendono questo giocatore un vero e proprio gioiello per il tennis contemporaneo e del futuro. Alcaraz si diverte e fa divertire, si carica quando il pubblico americano esulta per un dritto potente da fondocampo o un tweener all’ultimo respiro. New York è la sua cornice ideale, l’ha ammesso anche lui, e non sembra volersi fermare a dodici vittorie consecutive nella Grande Mela.
Le chiavi dell’incontro
Difficile dire quali possano essere i punti deboli di questo Carlos Alcaraz. Lo spagnolo è energia pura, adrenalina che coinvolge e travolge. Eppure, di là dalla rete ci sarà un uomo che tende a isolarsi e non lasciarsi trasportare dalla situazione: Medvedev gioca, risponde, sa aspettare e fare male al momento giusto. A parità di motivazioni, in questo momento Alcaraz è più preparato a vincere questo scontro, ma il russo ha voglia di tornare nell’Olimpo del tennis mondiale e risollevare uno dei quattro trofei più importanti del circuito. Sarà una partita in cui impatterà moltissimo il servizio di Medvedev (51 ace finora nel torneo contro i 19 di Alcaraz), ma sarà decisiva soprattutto la corsa dei giocatori: lo spagnolo ha più variazioni nelle proprie corde, è imprevedibile, e saprà senz’altro lasciarsi andare al virtuosismo se vincerà il primo set. Di contro il gigante russo, come un crotalo nel deserto, potrebbe attendere che il proprio rivale si sfoghi prima di affondare il colpo. Contro Zverev, Alcaraz ha vinto l’80% dei punti a rete (28/35); potrebbe essere lì che si deciderà l’incontro: Medvedev è difficile da scavalcare con un pallonetto, ma a rete fa fatica. Alcaraz potrebbe sorprenderlo proprio lì, stando attendo ai letali passanti del russo, cercando di evitare gli scambi lunghi dove, invece, il moscovita potrebbe tenere il pallino del gioco.
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