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Lo US Open 2022 è il torneo della consacrazione per Carlos Alcaraz. A New York, il tennista spagnolo batte in finale Casper Ruud ed in un colpo solo conquista sia il suo primo slam in carriera che il primo posto del ranking Atp. Il 19enne non ha accusato la pressione, nonostante fosse la prima volta per lui nell’atto conclusivo di un major, e si è imposto con il punteggio di 6-4 2-6 7-6(1) 6-3 dopo 3h20′. Secondo k.o. di fila invece per Ruud (sempre contro un tennista spagnolo), già battuto nella finale del Roland Garros da Rafa Nadal. Il norvegese si può comunque consolare con il best ranking di numero due del mondo, anche se ovviamente c’è un pizzico di rammarico. Le luci dei riflettori sono però per Carlos Alcaraz, che diventa il più giovane vincitore slam da Rafa Nadal (Roland Garros 2005) ed il più giovane vincitore dello US Open da Pete Sampras (1990). Nel complesso, è il nono teenager a vincere uno slam nell’Era Open.
PRIMO SET – Avvio di match scoppiettante, con i primi due giochi che finiscono ai vantaggi ed in cui ci sono già delle palle break. Sia Alcaraz che Ruud se ne procurano due a testa, ma nessuno riesce a sfruttarla. La musica cambia già nel terzo game, quando lo spagnolo strappa la battuta al suo avversario e mette a segno il primo allungo. Nel gioco seguente quindi completa l’opera, annullando una palla break con una coraggiosa smorzata e confermando il break. Dopo un inizio molto caotico, il set cambia faccia e fino alla fine vede games a senso unico e neppure l’ombra di una palla break. L’unica piccola chance capita a Ruud sul 3-4, ma Alcaraz serve bene e si salva dal 15-30. Per il resto a fare la differenza è proprio quel break nel terzo gioco, che lo spagnolo difende con grande maturità fino al 6-4 finale, giunto dopo tre quarti d’ora di gioco.
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SECONDO SET – Rispetto al set precedente, nel secondo il copione è lo stesso ma in maniera invertita. Nei primi quattro games infatti non si gioca ed il giocatore al servizio prevale senza grosse difficoltà. Nei restanti quattro, invece, c’è molto più da lottare ed entrambi i tennisti faticano molto a tenere la battuta. Non si può dire tuttavia che ci sia stato grande equilibrio, visto che a partire dal 2-2 il norvegese ha cambiato marcia. Da un lato Alcaraz ha cominciato a sbagliare con regolarità ed a sbagliare anche le scelte tattiche, smorzate su tutto. Dall’altro Ruud si è confermato molto solido ed in particolare ha tratto grandi frutti dalla seconda di servizio, mettendo in grossa difficoltà il suo avversario. C’è da dire che nei quattro giochi vinti da Ruud nel finale di set, Alcaraz ha avuto opportunità di vincerne ben tre (mancando in totale due palle break e una palla game). Nel complesso, tuttavia, il norvegese è stato il giocatore migliore e si è meritatamente imposto con lo score di 6-2.
TERZO SET – La reazione di Alcaraz non tarda ad arrivare ed il break si manifesta già nel primo game. Lo spagnolo si procura addirittura una chance del doppio break, ma la spreca e nel game seguente cede la battuta, venendo raggiunto sul 2-2 e poi addirittura sorpassato dal suo avversario. Da questo momento in poi le emozioni diminuiscono e regnano i servizi, che danno vita a game poco lottati. Nonostante qualche piccola chance qua e là, il set scorre via piuttosto rapido ed il tie-break appare ormai all’orizzonte. Il dodicesimo gioco si rivela invece il più lungo del match (oltre 10 minuti di durata) e di fatto risulta decisivo ai fini del set. Alcaraz deve fronteggiare due set point ma li annulla con altrettante volée. Allo stesso tempo lo spagnolo fatica a chiudere e deve spesso giocare un colpo in più per avere la meglio del suo avversario. Dopo tante fatiche, alla fine è proprio lui a spuntarla, raggiungendo Ruud sul 6-6. Come si evincerà dall’imminente tie-break, si è trattato di un game estremamente importante anche a livello psicologico. Il norvegese accusa infatti il colpo e conquista un solo punto (il primo) nel jeu decisif. Alcaraz s’impone infatti con un perentorio 7 punti a 1 dominando dall’inizio alla fine.
QUARTO SET – Il quarto set è probabilmente il più lineare di tutti. Con la stanchezza che subentra, entrambi i giocatori danno priorità al proprio turno di servizio, magari cercando di risparmiare qualche energia in risposta. Fino al 3-2 non si verificano sussulti né colpi di scena, ma nel sesto gioco Alcaraz opera il break e lo conferma nel gioco seguente, mettendo assegno un allungo significativo che lo avvicina in modo non indifferente al suo primo slam. I meriti dello spagnolo vanno divisi con i demeriti di Ruud, non perfetto nei momenti chiave e costretto a soccombere più volte alla superiorità del suo avversario. Ruud riesce a tenere la battuta nell’ottavo gioco prolungando la finale, ma nel momento di chiudere Alcaraz non trema e finisce per prevalere per 6-3.
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