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Show doveva essere e show è stato. Jake Paul lo sa fare, innegabile. Stanotte ha battuto per decisione unanime Anderson Silva, 47 anni, ex campione Ufc dal 2006 al 2013, specialista nella muay thai. Un animale da ring, chiaro, ma di certo, alla sua età, non l’avversario più duro che il 25enne potesse affrontare. Non è chiaro cosa Paul voglia fare da grande. Finora ha affrontato, Nate Robinson a parte, tutti atleti di Mma (Askren, Woodley, Silva appunto) ma non è escluso un salto di qualità. Il suo record ora è 6-0, ma presto potrebbe esserci lo step successivo. Anche se lui non sembra avere le idee chiare.
Il buon Jake passa dallo sfidare a parole fuoriclasse della boxe ad atleti di Mma più o meno abili con le mani. Dopo la vittoria, ha sfidato sia un campione mondiale in quattro categorie di peso come Canelo Alvarez (“Posso batterlo”), sia un fighter in declino come Nate Diaz. Quest’ultimo, dopo la vittoria su Ferguson, aveva annunciato l’intenzione di prendersi una pausa dalla Ufc e provare a “fare altro”. Stanotte nel backstage è stato protagonista di un alterco con un membro dello staff di Paul. Prove di hype per un match futuro? Vedremo.
Sul ring intanto niente ko. Anderson Silva è andato al tappeto all’ottavo round dopo un gancio destro dello youtuber, ma si è rialzato e ha trascinato il verdetto ai giudici. La vittoria di Jake Paul non è in discussione. Alla fine i colpi dei guantoni lasciano spazio alle scintille in conferenza stampa. La prima ‘dedica’ è per Dana White, boss della Ufc: “Sta facendo di tutto per sabotarmi, mi odia”. Poi annuncia la creazione di un’associazione di fighters per aiutare tutti gli atleti a migliorare le condizioni lavorative in termini di stipendi e tutela sanitaria. Di certo, lui sa come si fa. C’è da fidarsi dello Youtuber che fa la boxe e guadagna più dei pugili.
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