“Io e Sinner siamo nati a rovescio?” Se lo chiede Alberto Tomba, che in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport ha parlato dei parallelismi con il campione dell’Australian Open 2024, entrato già a far parte di una cerchia ristretta di campioni azzurri. “Io sono nato vicino al mare e ho scelto la neve, mentre lui è nato sulla neve e adesso si allena al mare (Monte-Carlo, ndr). Capisco la sua decisione, a fare la differenza sono le persone che incontri e che ti circondano: sono più importanti dell’ambiente perché ti spingono ad amare uno sport. A me ad esempio ha cambiato la vita Roberto Siorpaes, che ho incontrato quando mio padre mi portava a sciare. Il campo da tennis invece ce l’avevo nel parco di casa, ma nessuno mi ha fatto amare questo sport. Eppure lo stimolo c’era perché giocava un campione come Panatta che aveva vinto la Davis, ma mi facevano sognare di più Thoeni, Gros e la Valanga Azzurra“.
Tomba ha poi parlato ancora di Sinner: “Quando entra in campo si nota che non è agitato dentro e questo rischia di disorientare l’avversario. A me ricorda Clark Kent, che poi di trasforma in Superman e, a suon di bombe con il dritto, demolisce l’avversario. Io invece prima della partenza scherzavo per stemperare la tensione, ma ero semplicemente me stesso“. Non poteva poi mancare un parere su Sanremo: “Non credo di sapergli dare un consiglio perché ogni sua mossa ora verrà giudicata. Non dobbiamo dimenticare che la popolarità è più difficile da gestire di quanto non sembri“.
Infine, un augurio per il futuro: “Mi piacerebbe molto sciare con Jannik e spero che troveremo il tempo per farlo. Dovevamo incontrarci già a Torino per un caffè e poi prima di Natale ma sono stato poco bene. Cosa ci accomuna? Lo studio degli avversari e il non lasciare nulla al caso. Inoltre il modo in cui ha cambiato marcia dal terzo set è stato simile a come facevo io nella seconda manche. Mi è piaciuto molto anche come ha abbracciato il suo team dopo la vittoria e la dedica alla famiglia“.