L’allenatore di Jannik Sinner, Simone Vagnozzi, ha rilasciato un’intervista al sito spagnolo Punto de Break in occasione dell’Atp 500 di Barcellona 2023: “Mi sento fortunato a portare avanti questo progetto con un ragazzo come lui a cui piace lavorare e che fa tutto il possibile per migliorare. Quando Cecchinato è diventato il numero uno d’Italia, il mio nome ha cominciato a circolare nel circuito. Inoltre conosco bene la persona che ha scoperto Jannik da bambino e ora è il suo manager. Quando si è separato da Piatti mi hanno offerto la posizione e sono stato felicissimo di accettare. Piatti probabilmente è l’allenatore migliore che c’è in Italia, almeno in termini di esperienza, ma Jannik cercava una voce diversa, un cambiamento. Non so quanto lavoreremo insieme, ma cerco di non pensarci troppo e di andare avanti giorno dopo giorno“.
“Sinner sicuramente ha il potenziale per vincere degli slam, ma chi può dire quanti e se ne vincerà. Innanzitutto bisogna conquistare il primo. Non credo che Federer pensasse di vincere 20 slam quando era ancora a quota 0. Sinner deve pensare al proprio percorso e concentrarsi sul proprio lavoro. Piano piano sta diventando più consistente, anche grazie al grande cambiamento fatto nel 2022 – ha proseguito Vagnozzi – Il tennis italiano sta vivendo un grande momento, forse il più bello della storia. Non solo in Italia, ma anche a Monte-Carlo ad esempio c’erano molti tifosi italiani pazzi di Jannik, Berrettini e Musetti. Purtroppo quando vinci sei un re e quando perdi non sai giocare a tennis. Ma per Jannik la pressione non viene dalle persone, bensì è lui a mettersela perché vuole vincere davvero“.
“Il colpo più naturale? Il rovescio. Il suo miglior pregio? L’ambizione. Se vuoi diventare numero uno al mondo deve essere maturo e avere le idee chiare. Il talento non basta per arrivare in vetta, bisogna allenarsi ogni giorno e diventare sempre più forte. Il numero uno al mondo? Non è solo un sogno, ma un obiettivo che può raggiungere. Ha ancora margini di miglioramento, ma nella Race è numero 3. Ovviamente per diventare numero uno serve stare bene e anche un pizzico di fortuna” ha concluso Vagnozzi.