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In una lunga intervista rilasciata a L’Equipe, Novak Djokovic ha parlato dei suoi idoli e si è espresso in merito al dibattito relativo al ‘goat’: “Con Pete Sampras ho già giocato a tennis. Gli altri miei due idoli d’infanzia erano Michael Jordan e Alberto Tomba: devo giocare a basket col primo e sciare col secondo, poi posso ritirarmi da tutti gli sport. Tomba è una persona fantastica, l’ho incontrato per la prima volta in Serbia una quindicina di anni fa. Volevo parlare con lui di sci, ma lui mi disse ‘Niente sci, parliamo di feste e di vita’. Decidemmo che un giorno avremmo sciato insieme. Un altro sportivo che apprezzo molto è Muhammad Ali: ha avuto un impatto con i suoi incredibili risultati, ma anche a livello sociale ispirando molte persone: lo rispetto molto“.
Il serbo ha poi continuato a parlare dei migliori al mondo nei vari sport: “Kobe Bryant è stato uno degli atleti più grandi di tutti i tempi per il modo in cui ha detto e concettualizzato i paroloni che conosciamo tutti, su cui dovremmo concentrarci. Con Tom Brady abbiamo sempre qualcosa di cui parlare, mi piace molto entrare in contatto con gli atleti di altri sport. Io e Tom abbiamo un’idea simile riguardo la buona qualità del sonno, l’approccio mentale e la visione della vita“.
Nole si è poi trovato a rispondere ad una domanda scomoda sul ‘Goat’: “E’ legittimo che un atleta pensi di essere il migliore, ma se lo dice poi viene accusato di essere arrogante. Quindi le risposte sono due: una è dire ‘non credo di essere il più grande, pur dimostrando la massima umiltà, il che è possibile’, l’altra è ‘sono quello che sono, sono orgoglioso di ciò che ho realizzato, ma rispetto le altre epoche e tutte le opinioni e lascio ad altri il dibattito sul Goat’. Questa è la mia risposta. Personalmente ho fatto la storia del mio sport con i miei record, ma lascio dire agli altri se sia sufficiente o meno per essere il migliore: rimane una cosa soggettiva“.
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