Darren Cahill, coach di Jannik Sinner, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, parlando dell’imminente 2024 in cui il tennista azzurro si candida a essere uno dei protagonisti: “Jannik è pronto a vincere un Major, già in Australia. Il suo fisico è una priorità per il team: la base c’era già grazie al lavoro con Piatti, metterà su più massa procedendo per piccoli passi. Ora si fida molto di più del suo corpo, ha meno dolori e si conosce meglio. Lo sci di questi giorni in Alto Adige? Con moderazione, fa parte integrante del benessere del ragazzo. Ripartire fresco sarà determinante. Abbiamo valutato di non stressarlo con un torneo prima di Melbourne per proteggere la sua mente e il suo corpo“.
Cahill ha poi fatto un bilancio del 2023: “La partita della svolta è stata la vittoria su Tsitsipas al secondo turno di Rotterdam. Ci aveva perso due anni di fila all’Australian Open e a Roma nel 2022. Lì Jannik ha imparato ad essere un tennista più intelligente, da quel momento è decollata la stagione. Il break mentale ce l’ha avuto a Toronto, dove non ha sconfitto top players ma ha saputo diventare favorito strada facendo, assorbendo una pressione crescente. A Pechino con Medvedev ha fatto un altro passo avanti: è uscito dalla comfort zone, non dimentichiamo che ci aveva perso 6 volte di fila. Quello è stato il suo capolavoro, più di Djokovic a Torino e Malaga. Senza quella consapevolezza, non sarebbero arrivati i successi sul numero uno del mondo“.
Sulle qualità di Sinner, votato come favorito dai fans, invece: “È facile amare Jannik perché la gente si riconosce in lui, nel suo sorriso gentile, nel suo tennis potente ma non impossibile. È un ragazzo ben educato, con i piedi per terra, tratta tutti con gentilezza, dal volontario al direttore del torneo. Piace la sua vulnerabilità, l’idea di accessibilità che trasmette. È lo stesso kid che si divertiva sulla neve, ora lo fa su un campo. Sinner è l’Italia: tutti adoriamo il vostro Paese“.
Infine, Cahill ha raccontato com’è Sinner fuori dal campo, ovvero dietro le quinte: “Non c’è bisogno di motivarlo: dopo una sconfitta è sempre il primo a chiedere di tornare in campo a lavorare. Scherza, non vuole perdere nemmeno a burraco. Non l’ho mai visto gioioso come in Davis. Ricordate quando si è messo a ridere con Sonego dopo aver preso una pallata in testa nel doppio? Ecco, quello è il vero Jannik“.