“E’ uno sport tipicamente italiano quello di non capire che anche i grandi campioni come Sinner hanno bisogno di rifiatare e di compiere qualche volta qualche passo falso. Il tennis italiano ha una generazione di campioni, di grandi ragazzi anche fuori dal campo, come non ha mai avuto che ci è invidiata da tutto il mondo. Non qualificarsi in Coppa Davis sarebbe stato solo un piccolo incidente di percorso in un cammino di crescita di medio-lungo periodo”. Così Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, ai microfoni di ‘Casa Italia’ in onda con Rai Italia nei cinque continenti, è tornato a parlare di Jannik Sinner, nuovo numero quattro del mondo dopo il successo a Pechino.
“Giocatori come Sinner – ha proseguito il presidente federale – devono ambire a diventare i più forti al mondo, se li lasciamo in pace e gli permettiamo di crescere. Una mancata qualificazione alle finali di Davis, un anno, non avrebbe cambiato nulla. Sarebbe cambiato, invece, se avessimo costretto Sinner a giocare in Davis e a non fare quelle due-tre settimane di richiamo di preparazione fisica che gli hanno consentito oggi di battere i giocatori più forti al mondo, di poter crescere e di accumulare esperienze positive per cercare di diventare il più forte di tutti”.