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Matteo Berrettini riparte dall’Atp di Gstaad, dove quattro anni fa ha vinto il suo primo titolo Atp. “Quattro anni mi sembrano venticinque. Ero qui senza allenatore, allora. Non mi aspettavo di giocare così bene, di vincere singolo e doppio – ricorda il tennista azzurro -. Rispetto ad allora, il posto è esattamente identico, la palla viaggiava come quattro anni fa. Io invece sono una persona diversa, non dico migliore o peggiore, ma evoluta. Allora mi scoprivo partita dopo partita, ora ho un database più importante, un’esperienza maggiore e so meglio quello che affronterò“.
MALEDETTO COVID
Tanta la voglia di tornare in campo dopo quella positività al Covid che gli ha negato la partecipazione a Wimbledon. “È stato assurdo – spiega Berrettini nell’incontro via Zoom con la stampa italiana, come riportato da SuperTennis -. Il mio team cercava di non sembrare troppo triste, ad un certo punto mi sono aggrappato alla speranza di essere stato positivo prima e di poter essere negativo il martedì per la partita con Garin. Ma così non è stato. A un certo punto ci siamo detti c’è qualcosa o qualcuno che ci sta maledicendo, non lo so”. “Ma ho sempre cercato di guardare il lato positivo. Venivo da due settimane in cui non avrei potuto desiderare di meglio. Ho cercato di lasciare Londra con il ricordo del Queen’s e non di Wimbledon” ha spiegato ancora l’azzurro.
Berrettini giocherà il doppio a Gstaad con il fratello Jacopo, a cui ha fatto da coach negli allenamenti al Club La Meridiana di Casinalbo, dove Jacopo ha partecipato ad un ITF da 25 mila dollari. “Mio fratello e mia nonna mi hanno aiutato tanto a Londra. Poi con Jacopo siamo stati benissimo a Casinalbo, il torneo è organizzato benissimo e loro ci hanno trattato benissimo. Mi ha fatto piacere, non ho spesso l’occasione di passare tanto tempo con lui” ha spiegato Berrettini.
OBIETTIVI US OPEN E FINALS DI TORINO
Guardando un po’ avanti, l’obiettivo è arrivare in forma allo Us Open, appuntamento importante in ottica qualificazione alle Nitto ATP Finals. “Ma prima vorrei fare bene nei due Masters 1000 – spiega Berrettini -. In Canada non ho mai giocato, a Cincinnati non ho mai fatto grandi risultati. Dai prossimi tornei mi aspetto intanto di poterli giocare. Ho tanta motivazione, rabbia agonistica per quello che in questa stagione mi è stato un po’ tolto“. “La stagione è ancora lunga, Torino rimane un obiettivo per tantissimi motivi. Mi sento di appartenere a quel livello, nonostante tutto sono ancora in corsa e voglio fare il meglio per arrivarci” ha concluso Berrettini.
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