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L’Istituto per il Credito Sportivo ha presentato lo studio ‘Pil dello sport. La dimensione economica dello Sport in Italia’, con la finalità di stimare il contributo dello sport al Pil e all’occupazione del nostro Paese, nonchè il posizionamento di esso rispetto alle altre nazioni europee.
Emerge che nel 2019, anno importante perchè immediatamente precedente all’insorgere della pandemia, il contributo del settore sport al Pil nazionale è stato di circa 24,5 miliardi di euro, con 420.000 occupati, l’1,37% del totale. Inoltre, il moltiplicatore delle attività sportive è pari a 2,19. In particolare, del valore aggiunto complessivo, 4,4 miliardi sono generati dalle attività sportive, circa 11 miliardi dalle attività strettamente connesse (tutti i prodotti industriali e i servizi necessari come input per fare sport) e altri 9,1 miliardi dalle attività collegate alle attività sportive in senso lato (comprensive ad esempio, delle trasmissioni televisive, dei servizi turistici a coloro che praticano sport, del betting, dell’editoria sportiva, dei trasporti e dei servizi medici utilizzati da atleti e spettatori)
L’Italia, in ambito Ue, secondo i dati pubblicati nel 2018, si posiziona al quarto posto in valore assoluto, con un Pil dello sport pari a 21,2 miliardi di euro. Tuttavia, in termini relativi, siamo in ritardo rispetto a molti Paesi europei: tredicesimo posto in termini di Pil dello Sport pro-capite, 356 euro, e quattordicesimo posto come contributo percentuale al Pil nazionale.
“Questa indagine ci conferma che lo sport system concorre alla formazione del Pil nazionale al pari e più di altri settori economici e che, rispetto ad altri Stati membri dell’Ue, non abbiamo ancora uno Sport satellite account (Ssa) sul quale dobbiamo lavorare anche prevedendo risorse adeguate a realizzarlo. Queste le affermazioni della sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali.
Nel corso della presentazione è intervenuto anche Andrea Abodi, presidente dell’Ics: “Questo strumento che stiamo mettendo a disposizione potrà essere estremamente utile anche nell’ottica di una più puntuale identificazione e determinazione della ‘catena del valore’ dello sport italiano attraverso la quale, grazie alla riforma del 2019, viene anche calcolato il contributo pubblico, annualmente pari al 32% della fiscalità generata dal settore, con un minimo garantito di 410 milioni di euro.”
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