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“Non ho mai affermato di voler rappresentare gli Stati Uniti. Ho solo scritto di essere stata a Salt Lake City per verificare i metodi di lavoro di quel gruppo. Ma non ho avuto contatti diretti con la federazione Usa, né la federazione Usa ha provato a reclutarmi all’insaputa della mia”. Arianna Fontana, campionessa olimpica di short track – in un’intervista alla Gazzetta dello Sport chiarisce la situazione dopo il post Instagram delle scorse settimane.
“Credo si sia voluto andare oltre le mie parole. E che, interpretandole, siano emerse deduzioni molto inesatte”, dice Fontana. Ma “in Nazionale, dopo i Giochi di Pechino, nulla è cambiato. E quindi giocoforza sondo altre opzioni. E lo farò fino a quando la verità non verrà a galla. Lotto proprio perché invece questo accada. Chiederò la riapertura del caso che il presidente federale Andrea Gios ha spiegato essere stato archiviato dalla procura. Come? Sulla base di ulteriori documenti. Non posso entrare nel merito, ma presenterò comunque nuovi materiali che ritengo possano condurre a un esito diverso da quello che è stato. Quando tutto verrà svelato, sarà un grande onore tornare a rappresentare il tricolore. Ma chi ha a cuore lo sport italiano, non dovrebbe permettere ad atleti, tecnici e dirigenti federali comportamenti irresponsabili”.
Fontana spiega come si tratti di una questione di principio, non di soldi o di questioni legate al marito: “Gios si è esposto tirando in ballo questioni economiche che non esistono. Si è voluto colpire la mia immagine e screditarmi pubblicamente. A riguardo ho chiesto ai miei legali Salvatore Pino, Gian Pietro Bianchi e Lorenzo Vigasio di verificare se il comunicato stampa federale successivo al mio post fosse lecito”.
“Non sono stupita – prosegue l’olimpionica – è in linea col trattamento che ho ricevuto in questi anni. Spesso ho cercato di essere costruttiva per il bene della mia disciplina e sempre sono stata attaccata. Tra le righe, nell’occasione, si è persino fatto intuire che non sarei una leader, che mancherei di professionalità, educazione, rispetto e correttezza. Gios ha detto che mi ritiene libera di gareggiare per chi voglio. Tre giorni dopo ha dichiarato che sono un’atleta che lui adora e che, come patrimonio italiano, farà di tutto per tenermi. A quale versione mi devo attenere? È davvero difficile orientarsi con questi continui cambiamenti di rotta”.
Nel pomeriggio Arianna Fontana è tornata sull’argomento sui social: “Non sono un rappresentante degli atleti in nessuna sede ufficiale, ma dopo tanti anni di carriera mi sento in dovere di esporre determinate problematiche e difendere i diritti degli atleti. Lo sport mondiale sta affrontando un momento difficile, siamo umani, ed il mio desiderio più grande è che ne usciamo ancora più forti, ancora più uniti, per il bene di tutti gli sportivi, per la nostra società e tutti i giovani che, come me, coltivano grandi sogni e che per raggiungerli fanno sacrifici quotidiani. Lotto per questo, come atleta, come donna, per difendere i pilastri che sorreggono i sani valori dello sport nella società”.
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