“Sono preoccupata per quel che succederà a me, alla squadra e al mio sport: vedo un futuro molto grigio”. Questo il grido d’allarme lanciato da Arianna Fontana sul futuro della nazionale italiana di short track, la campionessa olimpionica, che agli ultimi Giochi di PyeongChang ha conquistato una medaglia d’oro, una d’argento e una di bronzo portando ad otto il computo totale per una carriera ineguagliabile, esprime tutto il suo dissenso sulla gestione tecnica della federazione. “Non mi viene riconosciuta la capacità di sapere quale sia la strada per il successo ed è la sensazione più brutta che un atleta possa provare – ha spiegato l’azzurra in un’intervista rilasciata a la “Gazzetta dello Sport” – Verso maggio, finita la sbornia olimpica, ho cominciato a pensare al futuro. A Roma, a casa di mio marito Anthony Lobello, ho incontrato Giovanni Malagò e Carlo Mornati, presidente e segretario del Coni e per la prima volta è emersa la possibilità di avere Anthony come c.t., è stato fondamentale nella mia preparazione per PyeongChang, quale allenatore della squadra femminile. Ne ho parlato anche in federazione. Pareva un’idea apprezzata. Sono passati giorni, settimane, un mese. Dopo avergli scritto, il presidente Gios mi disse che come c.t. sarebbe rimasto Kenan Gouadec”.
Sulle motivazioni che spingono l’azzurra a chiedere suo marito come commissario tecnico è “perché vorrei che anche la squadra potesse lavorare con qualcuno che sa spronarti e portarti a un altro livello”, una situazione che “non ha senso, mi fa rabbia: mi piange il cuore vedere ciò che amo finire così”.