Therese Johaug non potrà partecipare ai Giochi Olimpici invernali di Pyeongchang 2018 dopo che il Tas di Losanna ha inasprito la squalifica data alla fondista dopo che aveva fallito un controllo antidoping il 13 ottobre 2016.
La squalifica dell’atleta era stata inizialmente imposta fino al 18 novembre 2017 ed era iniziata il 18 ottobre 2016, solo 5 giorni dopo che la federazione norvegese di sci di fondo aveva annunciato che era stato rilevato in un controllo antidoping il Clostebol, sostanza appartenente alla categoria degli steroidi anabolizzanti contenuta nel Trofodermin, crema per curare le ustioni. La fondista sarebbe stata difesa dal medico della squadra che le aveva fornito la crema in seguito ad una scottatura sul labbro e che era stata usata in buona fede con l’assicurazione che non ci fossero sostanze proibite dalla Wada.
Therese Johaug ha chiesto poi il 15 novembre 2016 di essere giudicata dal tribunale nazionale antidoping e non dal Tas di Losanna. Due settimane dopo, il 29 novembre, la commissione d’inchiesta riconobbe la non intenzionalità nell’assunzione e l’atleta venne punita a febbraio 2017 per negligenza non significativa con una squalifica di 13 mesi.
Per quanto Wada e Cio fossero soddisfatti della decisione presa la Fis ha deciso il 7 marzo 2017 di fare ricorso al Tas di Losanna dove proprio nella giornata di oggi, 22 agosto 2017, la squalifica è stata allungata a 18 mesi e terminerà quindi, ora, in 18 aprile 2018. La decisione, inappellabile, è una punizione pesante per l’atleta che sicuramente avrebbe potuto ben figurare alle Olimpiadi.