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Roland Garros, day 5: Sinner, non è una tragedia. Ma quanto fa male questa sconfitta

Jannik Sinner
Jannik Sinner - Foto Antonio Fraioli

Jannik Sinner ha perso al secondo turno del Roland Garros. Contro il numero 79 del mondo. In cinque set. Dopo aver sprecato due match point nel quarto. Per colpa di un nastro beffardo. Da testa di serie numero 8. Essendo favorito per un posto in semifinale in virtù dell’eliminazione di Medvedev. Questa lista potrebbe andare avanti ancora per molto e la verità è che la sconfitta odierna è estremamente dolorosa per l’azzurro. Disperarsi però non ha senso perché siamo solo a metà stagione e perché un ko come questo, per quanto deludente e amaro possa essere, fa parte del percorso. Non resta dunque che guardare le cose da un punto di vista diverso e quindi commuoversi per le lacrime di Daniel Altmaier, che a 24 anni ha conquistato la vittoria più importante della sua carriera, dopo 5h28′ di gioco e dopo aver rischiato di gettare tutto al vento visto che sui primi quattro match point ha tremato.

Per quanto riguarda Sinner, invece, ha già detto tutto lui in conferenza stampa. Una conferenza in cui ha dimostrato grande consapevolezza “E’ andata così. Non può essere un torneo a rovinare una stagione” e conclusa con una frase che più che dare speranza dà proprio sicurezza: “Conoscendomi, con tutto il lavoro e la passione che metto dentro tornerò più forte“. Oggi le critiche sono sacrosante, ma lamentarsi che Sinner non vince mai e paragonarlo agli altri giovani non ha alcun senso. Per l’ennesima volta: bisogna avere pazienza e soprattutto tenere a mente che le somme si tirano a fine stagione. E per fortuna il tennis è uno sport che consente di riscattarsi molto rapidamente. Sinner disputerà quindi la stagione su erba con ancora più fame e fiamme negli occhi. La parola chiave? Fiducia, in lui e nel suo team.

Giornata indimenticabile invece per Elisabetta Cocciaretto, che per la prima volta in carriera ha raggiunto il terzo turno di uno slam. Guardando solo il risultato del match – 6/2 6/3 alla qualificata Waltert – si potrebbe pensare che sia stata una passeggiata, quando in realtà per l’azzurra non è stato affatto così. Tra i problemi al ginocchio (nulla di grave per fortuna) e la tensione (“Non mi sono mai sentita così rigida” ha detto in conferenza), il percorso di Elisabetta è stato particolarmente tortuoso. A spiegare il punteggio, dunque, è il dato sulle palle break: 6/6 per Cocciaretto, 2/8 per la sua avversaria. Al prossimo turno, la giocatrice marchigiana se la vedrà contro Bernarda Pera e, a prescindere da come andrà, si gode il traguardo di nuova numero uno d’Italia.

Eliminati purtroppo Andrea Vavassori e Jasmine Paolini, che nonostante avessero più di qualche chance alla vigilia non sono riusciti a portare a casa i rispettivi match. Il tennista piemontese, come prevedibile, ha accusato le fatiche delle 5 ore di gioco al primo turno contro Kecmanovic (e i tre set in doppio di ieri) e si è arreso in quattro set a Olivieri. A dir la verità Andrea avrebbe potuto fare anche di più visto che ha avuto chance sia nel primo (un set point sprecato nel tie-break) che nel terzo (avanti di un break, rimontato da 3-0 a 3-5) set. Il suo avversario però è stato più bravo e si è imposto dopo 3h17′. Tanti rimpianti anche per la giocatrice toscana, battuta 6-2 7-5 da Olga Danilovic, capace di conquistare sei giochi di fila dall’1-5 nel secondo parziale. Per la giocatrice serba si tratta della decima vittoria consecutiva, per un totale di venti set di fila vinti. Poco male per Jasmine, che sta comunque vivendo un momento positivo e spera di togliersi altre soddisfazioni in questa stagione finora convincente.

Fuori a testa altissima infine Giulio Zeppieri, capace di tenere testa al finalista uscente Casper Ruud per oltre tre ore, sfiorando il quinto set ma arrendendosi ai crampi nel finale. Dopo due set persi per 6-3 e 6-2, in cui però ha avuto (ma non sfruttato) tante occasioni, l’azzurro ha reagito portando a casa il terzo parziale grazie a un break nel finale. Grande reazione anche nel quarto set, in cui ha strappato la battuta al norvegese proprio quando quest’ultimo serviva per chiudere. Al di là della sconfitta, Zeppieri lascia Parigi con tanta fiducia in più, ma anche con la consapevolezza di poter essere competitivo ad alti livelli.

Per quanto riguarda gli altri match di giornata, spicca la vittoria di Taylor Fritz, capace di superare in quattro set Rinderkench, ultimo francese (tra singolare maschile e femminile) rimasto in corsa. Al di là del punteggio, ciò che risalta è come lo statunitense, dopo aver incassato i fischi del pubblico di casa per 2h54′, si sia poi sfogato una volta trasformato il match point, zittendo a più non posso gli spettatori. Ovviamente ciò non ha fatto altro che stizzire ancora di più i tifosi francesi, che hanno continuato a subissarlo di fischi anche durante l’intervista post-match (se così si può chiamare visto che di fatto non c’è stata) e fino all’uscita dal campo. Sorride indirettamente Francisco Cerundolo, che con ogni probabilità avrà il pubblico dalla sua parte nel prossimo match (ovviamente contro Fritz). Sotto le luci dello Chatrier ha invece brillato Zverev, che ha liquidato in tre set Molcan, mentre Dimitrov ha superato Ruusuvuori. Bella vittoria di Tiafoe contro l’ostico Karatsev; non è riuscita a imitarlo il connazionale Tommy Paul, che si è dovuto arrendere a un Nico Jarry in forma straripante.

E tra le donne? Nessuna vera sorpresa. Swiatek ha lasciato quattro game alla Liu, Jabeur e Gauff appena uno in più rispettivamente a Dodin e Grabher, mentre Rybakina sei (tre per set) alla ceca Noskova. Pur essendo approdate al terzo turno solamente dodici teste di serie (a fronte delle diciannove nel maschile), sono ancora in corsa sette delle prime dieci forze del seeding (esattamente come i colleghi uomini). “Femminile is the new maschile?

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