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Roland Garros 2024, Nadal contro Zverev per scrivere ancora la storia: a Parigi il primo turno imperdibile

Rafael Nadal
Rafael Nadal - Foto LoIc Baratoux/SIPA

Era il 3 giugno 2022 quando Alexander Zverev e Rafa Nadal si incrociavano per l’ultima volta. Era una semifinale, il campo era il Philippe Chatrier di Parigi, nel torneo più prestigioso della stagione su terra. Quel giorno il destino di due tennisti si unì in modo inestricabile: la partita finì sul 6-6 del secondo set, quando Sascha Zverev crollò a terra tra le urla e fu costretto ad un ritiro che si rivelò poi foriero di un’assenza lunghissima. Oggi, su quello stesso campo, il Roland Garros regala agli appassionati un primo turno drammatico e shakespeariano. Zverev, tornato al pieno delle energie e fresco campione a Roma, affronterà il re indiscusso del torneo, reduce da due anni travagliati e pronto a lasciare definitivamente il suo trono. Nadal non è certo lo stesso del 2022, non sembra pronto ad affrontare una partita del genere e dovrà ribaltare i pronostici già scritti di un destino beffardo, proprio come un eroe tragico protagonista di un’opera del Bardo dell’Avon.

Re Rafa sembra proprio Re Macbeth: l’eroe tragico per eccellenza, quello che può essere sconfitto solamente quando gli elementi della natura si rivolteranno contro di lui, che l’ha dominata tanto a lungo. Due storie che si intrecciano e si dividono allo stesso tempo: Nadal, al contrario del contraltare letterario, è un eroe buono, che merita un atto finale da applausi, nel segno di una carriera per molti versi ineguagliabile. Proprio per questo, il destino sembra avergli giocato uno scherzo beffardo: in quella che sembra a tutti gli effetti la sua ultima apparizione nello Slam che per quattordici volte porta il suo nome alla voce “vincitori”, Rafa affronta un avversario che appare troppo forte anche per lui. Il tennis, però, non segue le regole della letteratura, e spesso il campo consegna alla storia imprese che vanno oltre l’immaginazione umana. Soprattutto sullo Chatrier. Soprattutto quando in campo c’è Rafael Nadal.

Da Roma a Parigi, Zverev vuole uno Slam

La vittoria agli Internazionali d’Italia è solo l’ultimo capitolo del percorso di rinascita di Sascha Zverev, che finora sulla terra rossa aveva deluso nel 2024. A Roma il tedesco si è imposto con forza, cedendo solamente un set, in semifinale a Tabilo, e non concedendo neppure una palla break ai quarti a Fritz e in finale a Jarry. Una prestazione solida dalla prima all’ultima partita e un successo meritato per un campione che appare completamente ritrovato e capace di risalire alla quarta posizione nella classifica mondiale. Ora, per il campione olimpico, è finalmente tempo di puntare al successo in uno Slam. Visto lo stato di forma dei rivali, Zverev potrebbe finalmente imporsi in un Major.

Il Roland Garros per Nadal sarà, invece, il sesto torneo dell’anno. Poche partite per il campione maiorchino finora, in quello che sembra sempre di più un tour costruito per salutare gli appassionati. Parigi è la sua seconda casa, ma la corsa al quindicesimo titolo nella capitale della terra rossa sembra compromessa in partenza. Rafa vorrà giocare al meglio delle sue possibilità per non deludere il suo pubblico e cercherà di spremere ogni energia rimasta per portare avanti l’ennesima cavalcata vincente su un campo in cui ha perso solamente tre volte in carriera. “C’è una grande, grande possibilità che questa sia la mia ultima volta al Roland Garros, ma se volete che vi dica che è al 100%, non lo farò”. Così Rafa ha presentato questo scontro, ufficialmente un primo turno di uno Slam, ma in realtà una partita dal sapore molto più particolare.

Ultimo tango a Parigi?

Chissà, forse proprio quel destino che ha fatto uscire dall’urna di Parigi questa combinazione per un “banale” primo turno voleva ridare qualcosa a entrambi i protagonisti. A Zverev una ripresa: la definitiva presa di coscienza che quel terribile infortunio è stato solamente una parentesi in una grande carriera. A Rafa la possibilità di salutare contro un avversario di altissimo livello, senza magari arrendersi a un qualificato, con tutto il rispetto. Ma, alla fine, in campo non ci sono solo i tennisti: ci sono le emozioni, le urla del pubblico, e soprattutto la storia. Una storia che, in questo torneo, è stata scritta più e più volte da questo signore del tennis. Sembra un epilogo pronto, un ultimo atto da standing ovation, ma Rafa potrebbe sorprenderci ancora una volta. Una sola cosa è certa: non siamo abituati a pensare che per Nadal possa esserci un ultimo tango a Parigi.

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