Bisogna essere onesti, sulla terra battuta del Roland Garros ci sono pochi matchup intriganti come Djokovic-Musetti. Così, gli organizzatori dello Slam parigino hanno deciso di regalare a coloro che non hanno intenzione di seguire la finale di Champions League a Wembley tra Real Madrid e Borussia Dortmund un sabato sera di tennis che potrebbe rivelarsi entusiasmante.
Sfida programmata per le 20:15 sul Phlippe Chatrier, lo stesso campo in cui Lorenzo Musetti tre anni fa fece sognare per due set il pubblico francese e soprattutto quello italiano. 7-6(7) 7-6(2), due tie-break vinti contro il numero uno al mondo negli ottavi di finale di quello che era il suo primo torneo dello Slam in main draw. Come finì quel match lo ricordiamo un po’ tutti, Djokovic accese la spina, infilò un parziale di 16 games 1 al povero carrarino che sullo 0-4 del quinto set decise di alzare bandiera bianca e ritirarsi. Se però nei due scontri diretti sul veloce non c’è stata storia a favore di Novak, nei tre incontri giocati sul rosso il match il serbo se l’è sempre dovuto sudare. Non solo quell’anno a Parigi, ma anche in due occasioni a Monte-Carlo. E lo scorso anno non riuscì a uscirne fuori da vincitore: contro un Djokovic certamente opaco si impose l’azzurro in rimonta con il punteggio di 4-6 7-5 6-4. Il campione di Belgrado, uno a cui piace prendersi delle rivincite, nell’edizione 2024 del torneo monegesco, si è ovviamente vendicato con una vittoria per 7-5 6-3 in ottavi.
Il 2024 non è stato certo colmo di soddisfazioni per entrambi. Da tempo un Musetti incostante non riesce a trovare il livello e soprattutto la continuità che lo avevano portato a fare l’ingresso tra i primi 15 del mondo, ma anche nel post-vittoria ai danni di Gael Monfils ne ha parlato in modo maturo di questa fase di relativa difficoltà: “Non sto attraversando il mio miglior momento, ma siamo umani, tutti abbiamo dei periodi in cui alcune cose non funzionano come dovrebbero. A volte tutto può girare all’improvviso”, ha dichiarato il carrarino, che per ritrovare un po’ di ritmo e fiducia ha anche disputato un paio di ricchi challenger a Cagliari e Torino nelle ultime settimane. A Parigi sono arrivate due performances incoraggianti, sia contro Galan che in particolar modo contro Gael Monfils e il pubblico transalpino al secondo turno. Nonostante il tifo contro e un avversario portato a tutta, l’allievo di Simone Tartarini e Corrado Barazzutti ha avuto pazienza e con il passare dei minuti ha finito per surclassare ‘La Monf’.
E se Atene piange, Sparta di certo non ride. Perché questi primi 5 mesi del nuovo anno per Novak Djokovic sono stati un incubo dal punto di vista sportivo. Il numero 1 al mondo, che arrivava da un 2023 da dominatore con 3 slam vinti su 4, arriva a Parigi senza mai aver conquistato un titolo o raggiunto una finale nei tornei fin qui disputati in stagione. Cosa non stia funzionando non è dato saperlo, lui anche a Ginevra ha parlato di come non sia facile trovare la concentrazione quando “la testa è da altre parti”. I cambi apportati all’interno del proprio team per ora non hanno avuto un riscontro dal punto di vista dei risultati e delle prestazioni, ma il 24 campione Slam i grandi appuntamenti tende a non sbagliarli, quindi sarà opportuno continuare a considerarlo come uno dei favoriti per la vittoria del torneo fino a prova contraria. E se nel match d’esordio contro Humbert non aveva fornito buone sensazioni, contro Carballes-Baena qualche segnale positivo in più si è iniziato a intravedere.