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A distanza di due anni Lorenzo Musetti torna negli ottavi di finale del Roland Garros, sullo stesso campo di allora e di nuovo contro il numero uno al mondo. Quella volta era Novak Djokovic, oggi gli tocca invece Carlos Alcaraz.
Un incontro, quello contro il serbo, in cui il tennista classe ’01 si fece conoscere al grande pubblico, quello più mainstream e che tende a non seguire il circuito settimana dopo settimana, torneo dopo torneo. Due set incantevoli, poi la rimonta da vero cannibale di Nole ed il ritiro giunto nel quinto set quando ormai la situazione era diventata più che compromessa.
“Se mi chiedi se mi sento diverso da due anni fa, dico di sì”, ha detto Musetti ai giornalisti sabato a Parigi al termine di una prima settimana di Roland Garros a dir poco impeccabile. Zero set persi, ventidue game concessi in tre incontri. Il tennis messo in mostra da Lorenzo in questi giorni è stato paradisiaco e sembra nato per giocare su questi campi e nelle condizioni di gioco che si trovano a Parigi quest’anno. A tal punto che in tanti, magari pur non ammettendolo ad alta voce, in fondo un po’ ci credono nell’impresa.
D’altronde c’è anche il precedente di Amburgo a favore dell’azzurro. “L’esperienza dell’anno scorso è stata sicuramente positiva, ma quest’anno sia lui che Alcaraz sono due giocatori diversi, quindi sarà una storia diversa”, ha detto ai canali ufficiali del Roland Garros Simone Tartarini, coach e maestro di Lorenzo. Insomma, per diversi motivi Musetti arriva a questo match con una dose di fiducia in se stesso decisamente importante.
Poi di fronte c’è un fenomeno, e questo è bene ricordarlo e ribadirlo. Non si può far finta che tutto finisca per dipendere dalla vena o dalla strategia tattica del carrarino. In una stagione in cui è stato costretto a saltare il primo appuntamento slam a Melbourne è già riuscito a trionfare in due Masters 1000 e a riprendersi la prima posizione mondiale. Poi magari qualche partita salturiamente la perde anche lui, ma si contano letteralmente sulle dita di una mano: sono tre, contro Norrie a Rio de Janeiro, Sinner a Miami e Marozsan a Roma.
Invece a Lorenzo bisogna fare i complimenti, perché dopo un inizio di 2023 molto complicato, in cui si è anche trovato probabilmente spiazzato per quanto accaduto nella trasferta sudamericana (d’altronde esperienze diverse si fanno anche per questo) è riuscito a rialzarsi e in queste settimane sul rosso europeo è tornato ad essere protagonista. Poi, lo sappiamo, quando il palcoscenico è importante tende ad esaltarsi. E la speranza è che riesca ad esaltare questo pomeriggio anche il pubblico del Philippe Chatrier e i tanti appassionati a casa.
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