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Iga Swiatek rifiuta la sconfitta, risorge dalle ceneri e bagna la terra di Parigi con le sue lacrime di gioia. Il terzo Roland Garros vinto dalla polacca è stato sicuramente il più difficile, ma proprio per questo probabilmente anche il più gratificante. Eppure sembrava tutto apparecchiato per una sua comoda vittoria, sia dando un’occhiata ai pronostici della vigilia che per l’andamento della finale per un set e mezzo. La polacca stava infatti dominando e dava l’impressione di essere totalmente in controllo, come testimoniava il punteggio di 6-2 3-0. Muchova però non si è data per vinta e, step by step, ha messo in piedi una rimonta incredibile.
Dopo l’aggancio ha quindi trovato il sorpasso e, una volta smaltita la tensione, la seconda volta in cui ha servito per il set ha conquistato il parziale per 7-5. La frazione decisiva si è invece aperta con una striscia di 10 punti consecutivi per la ceca, bravissima a tenere a distanza la sua avversaria. Nel momento decisivo, però, si è vista la campionessa e Swiatek è salita in cattedra, mettendosi a dettare legge. Sotto 3-4, ha ottenuto il contro break, annullato una palla break nel nono gioco e strappato nuovamente il servizio all’avversaria, imponendosi per 6-4.
Una vittoria per nulla scontata e molto sofferta, ma allo stesso tempo meritata per la numero uno al mondo, che si conferma la migliore su terra rossa e mette in bacheca il quarto slam della sua carriera. Tutto ciò a 22 anni e con un tennis che presenta ancora margini di miglioramento. La buona notizia, oltre ovviamente al risultato, è proprio l’essere riuscita a vincere giocando male, faticando molto con il servizio e a rete.
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Una vera campionessa si vede però anche nel momento in cui reagisce e riesce a mandare al tappeto un’avversaria che per larghi tratti aveva giocato meglio. Lo ha provato sulla sua pelle Karolina Muchova, visibilmente delusa per non essere riuscita a conquistare la vittoria al punto da scoppiare in lacrime nella cerimonia di premiazione: “C’è mancato così poco. Spero sia solo l’inizio“. La ceca può comunque consolarsi con il ritorno in top 20 e il best ranking, ma anche con la consapevolezza di poter rivedere le sue ambizioni avendo dimostrato nel corso di queste settimane di potersela giocare con le migliori al mondo. E anche per lei c’è una notizia più che buona: ora arriva l’erba. Muchova vanta infatti già due quarti di finale a Wimbledon e quest’anno avrà una ghiotta occasione di confermarsi visto il momento di forma che sta attraversando.
Senza nulla togliere alla ceca, quest’oggi le luci dei riflettori sono però puntate su Iga Swiatek, che scrive un altro capitolo della sua legacy e arricchisce il suo palmarés. Un successo nel segno del suo idolo Rafa Nadal, che quest’anno ha rinunciato al Roland Garros ma ha trovato nella polacca una sua papabile erede. Basti pensare infatti che Swiatek ha conquistato il suo quarto slam a 22 anni e 10 giorni, mentre Nadal ci riuscì a 22 anni e 5 giorni, sempre a Parigi. Certo, Iga dovrebbe mantenere una media incredibile per emulare Rafa, ma considerando le dinamiche del tennis femminile anche la metà dei titoli potrebbe essere un risultato soddisfacente.
Grazie alla vittoria odierna, Swiatek diventa la prima giocatrice a difendere un titolo slam da Serena Williams a Wimbledon nel 2016 e, al Roland Garros, da Justine Henin nel 2007. Inoltre, infiamma la lotta per la vetta del ranking con Aryna Sabalenka, numero uno della Race ma distante poco meno di 1000 punti nelle classifiche. Appuntamento a Wimbledon, dove potrebbero già esserci delle novità.
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