Dopo la presentazione avvenuta in questi giorni a Tokyo, sono emersi ulteriori dettagli circa le candidature di Milano-Cortina e Stoccolma per ospitare le Olimpiadi invernali 2026. Tra i criteri ritenuti fondamentali nella scelta della sede olimpica c’è l’utilizzo di impianti già esistenti o temporanei. In tal senso la partita è abbastanza aperta, ma la capitale svedese prevede di dover costruire tre nuovi impianti mentre nel progetto Milano-Cortina ne è previsto soltanto uno. Per l’Italia c’è anche un impianto temporaneo in più sulla carta, mentre entrambe le candidature presentano due impianti esistenti dove sarebbe previsto un intervento piuttosto importante di rinnovamento.
Italia e Svezia sono entrambe nazioni di grandissima tradizione per quanto riguarda gli sport invernali. Se però si va ad analizzare il numero di gare di primo livello ospitate negli ultimi dieci anni, il dato è eloquente. Per i Campionati Mondiali entrambe le nazioni hanno ospitato sette rassegne iridate delle varie discipline, mentre l’Italia ha organizzato più del doppio delle gare di Coppa del Mondo (146 contro le 68 della Svezia). Non si tratta di un numero determinante, ma di certo può essere un segnale di una maggiore esperienza anche a livello organizzativo e logistico nella gestione degli eventi. In ogni caso la Svezia ha dalla sua le recenti organizzazioni dei Mondiali di fondo a Falun, mentre nei prossimi mesi la nazione scandinava ospiterà i Mondiali di sci alpino ad Are e quelli di biathlon ad Ostersund. La corsa quindi è aperta, tra pochi mesi (giugno 2019) il Cio assegnerà le Olimpiadi 2026.