Neanche il tempo di fare la storia grazie a Jannik Sinner, che l’Italtennis 24 ore dopo ci regalava una Jasmine Paolini da sogno. L’ennesima impresa di una stagione fin qui memorabile per la 28enne azzurra, da lunedì la quinta top-10 italiana dopo Francesca Schiavone, Sara Errani, Roberta Vinci e Flavia Pennetta. Ma al ranking la tennista toscana ci penserà tra qualche giorno, ora c’è da godersi e preparare una semifinale Slam (anzi due, dato che venerdì giocherà anche quella di doppio). Si attendeva la sfida tra Aryna Sabalenka ed Elena Rybakina e invece in campo, non prima delle ore 17:00 sul Philippe Chatrier ci saranno la nostra Jas e la 17enne Mirra Andreeva.
Jasmine lo ha ribadito più volte nel corso di questo torneo e più in generale in questi mesi che l’hanno vista in ascesa sin dagli ottavi agli Australian Open, a cui ha fatto poi seguito il trionfo nel WTA 1000 di Dubai: ha imparato a credere maggiormente in se stessa. Frutto del lavoro egregio da parte di Renzo Furlan, ma anche di consapevolezza e maturità che arrivano con l’età dopo anni sul circuito. “Ora scendo in campo e dico a me stessa che ho la possibilità di vincere la partita – ha raccontato ieri in conferenza stampa – Prima, quando giocavo contro le migliori giocatrici, pensavo ‘ok, ora serve un miracolo per spuntarla’. Insomma, cominciavo a perdere la partita prima ancora di mettere piede in campo. È stato un processo lungo perché ho dovuto credere in ogni passo”. Ed oggi eccola lì, a una sola partita da una finale Slam, lei che prima di gennaio neanche era mai riuscita a raggiungere il terzo turno in 16 apparizioni precedenti in main draw.
Il braccio e le gambe tremeranno un po’, forse, ma sotto questo punto di vista parte alla pari con la sua avversaria. Non si troverà dall’altra parte della rete la n°2 al mondo e plurivincitrice Slam, ma bensì una 17enne che come lei un match di questa importanza non l’ha mai giocato prima e che presumibilmente avvertirà un po’ di tensione. Questo rappresenterà l’aspetto chiave della partita, ancor più delle questioni tecniche o tattiche. E per tale ragione anche il recente scontro diretto tra le due giocatrici può essere preso in considerazione fino a un certo punto: per la cronaca, a Madrid vinse la giovane Mirra in due set lottati per 7-6(2) 6-4, con Jasmine che non concretizzò qualche occasione di troppo nel momento cruciale della prima frazione di gioco. D’altronde, sia chiaro: la russa classe ’07 non è come le altre, è speciale. E’ ancora una teenager e già si ritrova a giocare la prima semi in un major (una ragazza così giovane non si spingeva così lontano dai tempi di Martina Hingis) dopo aver raggiuntodue ottavi su appena cinque partecipazioni.
Jasmine ci arriva nel momento migliore della carriera e in piena fiducia dopo questi mesi strabilianti. Fin qui a Parigi, in un torneo in cui aveva vinto appena tre partite in tutta la sua carriera, ha messo in fila Saville e Baptiste in due set per poi dover ricorrere al terzo contro Andreescu, Avanesyan e Rybakina. Anche il modo in cui è riuscita ad avere la meglio sulla testa di serie n°4 del tabellone – tremando nel secondo set ma rimanendo lì e vincendola poi al terzo – mette in mostra il salto di qualità fatto a livello mentale. E una gran prova di forza mentale è stata anche quella messa in campo da Andreeva nel suo quarto di finale contro una Sabalenka fortemente condizionata dai problemi allo stomaco. Perché seppur menomata, la bielorussa è rimasta lì attaccata al match fino alla fine, sperando la sua giovane avversaria potesse commettere qualche errore di gioventù. Niente affatto, perfetta sotto ogni punto di vista Mirra. E allora godiamoci questa semifinale, con la speranza che Jasmine possa regalarsi un’altra giornata da sogno.