La serata del 16 gennaio Ben Wallace non se la scorderà mai. I Detroit Pistons, squadra per la quale ha militato dal 2000 al 2006, hanno deciso di onorarlo con il ritiro della maglia numero #3. La cerimonia si è tenuta all’intervallo del match contro i Golden State Warriors, formazione dei record della stagione corrente della National Basket Association, battuta al termine dell’incontro per 95-113 dalla franchigia che fu dello stesso Wallace. Un momento estremamente toccante, che ha visto il giocatore, divenuto famoso con il soprannome di Big Ben commuoversi dinanzi all’affetto dei suoi vecchi tifosi. Muscoli e grinta che gli hanno permesso con il sudore di diventare uno dei giocatori rappresentativi del nuovo millennio della pallacanestro americana. Un titolo vinto nel 2004 e quattro premi come miglior difensore dell’anno (unico insieme a Dikembe Mutombo), tutti ottenuti con gli stessi compagni che lo hanno omaggiato, nel corso della premiazione, con brevi ma sentiti discorsi. Presenti dunque Rasheed Wallace, Chauncey Billups, Rip Hamilton, Tashaun Prince e ovviamente il vero artefice di quei Pistons incredibili, Larry Brown. Una squadra di ragazzi in cerca del riscatto dopo essere stati etichettati in un modo o nell’altro e che a suon di grande gioco e colpi meravigliosi hanno totalmente cambiato l’opinione che gli altri avevano di loro stessi. Come Ben per esempio, che scartato dalla Viola Reggio Calabria nel 1996 riesce comunque ad arrivare nel campionato americano, prima a Washington poi ad Orlando ed infine, attraverso uno scambio, a Detroit. Muscoli imponenti e mani non proprio da “pianista”, difesa e leadership le caratteristiche di un uomo che da bambino è stato il decimo di undici fratelli, senza un padre e con un madre che lavorava tutto il giorno per garantire la sopravvivenza della sua famiglia e che in ogni gesto sul campo di gioco si è guadagnato l’affetto mostrato ieri dall’intero mondo del basket che si è stretto intorno a lui ed alla sua famiglia, presente al ritiro della sua maglia.