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“Mio padre, Francesco, lavora in un’industria del marmo come operaio. Mia madre, Sabrina, non ha mai lavorato nel tennis; ha fatto la segretaria. In città tutto ruota intorno al marmo, ovviamente. È la più grande fonte di reddito. Abbiamo la fortuna di avere cave di marmo e siamo famosi in tutto il mondo”. Si presenta così Lorenzo Musetti in un’intervista a La Nacion, che ha dedicato all’azzurro un bell’approfondimento in vista del suo esordio assoluto nell’ATP 250 di Buenos Aires in programma questa settimana.
Ma ovviamente il focus è sul tennis e sul grande momento azzurro: “Si sta scrivendo la storia del nostro Paese e siamo molto orgogliosi di ciò che sta accadendo. Adesso ci sono tante persone che seguono il tennis, che si informano, che si documentano e che di tennis, per dirla in qualche modo, mangiano. Abbiamo Jannik, Matteo, Sonego, Fabio, Simone. E ci sono tanti altri giovani fuori dalla top 100 ma vicinissimi ad entrare. Ci sono anche molte donne che si distinguono nel circuito. È un momento storico per il tennis italiano e la gente lo sente e lo vive molto. Penso che quest’anno, a maggio, il torneo di Roma sarà incredibile. E il futuro sarà ancora migliore”.
Merito anche della Federazione, racconta Musetti: “La federazione italiana aiuta molto i team privati dei giocatori e questa è una cosa che prima non avveniva, perché non c’erano molti soldi o perché avevano un’altra strategia di investimento. Nel mio caso, mi hanno aiutato da junior. Avevamo la possibilità di svilupparci a casa nostra, non soffrire il distacco e andare di tanto in tanto al centro nazionale di Tirrenia. Mi hanno dato un preparatore fisico, fondamentale per la mia crescita. Nel mio caso ero a 40 minuti dal centro nazionale, più comodo che per altri, ma è stato un vantaggio per tutti. Era la combinazione ideale per vivere, crescere, studiare, potenziarsi…”.
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