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Jorge Lorenzo entra nella “Hall of Fame” della MotoGP. Diciott’anni di gare e cinque titoli mondiali per il maiorchino, ritiratosi a fine 2019 dopo una stagione corsa in sella alla Honda del team Repsol. Un ultimo anno difficile, tra incidenti, malumori e qualche attrito con il compagno di squadra Marc Marquez sulla direzione tecnica della HRC. Proprio Marquez ha sottolineato l’importanza di Lorenzo come pilota: ”È un grande campione un pilota speciale, con una personalità molto forte. Quando era al meglio era quasi imbattibile e soprattutto costante. Ho imparato tanto lottando con lui”. “Come compagno di squadra, certo, era un’altra atmosfera…” ammette poi Marquez sul rapporto complicato con Lorenzo.
Lorenzo ha collezionato due titoli mondiali nella 250 e tre in Motogp, vincendo 68 gare, salendo 152 volte sul podio. Il maiorchino venne lanciato nel 2002 da Giampiero Sacchi con la Derbi 125 (marchio del gruppo Piaggio che deteneva anche Aprilia e Gilera), che lo fece esordire il giorno del suo quindicesimo compleanno, l’età minima per correre nel Motomondiale. Il talento di Lorenzo è emerso in poco tempo, permettendogli di correre sempre in team importanti. Nel 2017 Lorenzo è sbarcato in Ducati con un ingaggio da favola, ma le prestazioni non sono state altrettanto entusiasmanti. Due podi il primo anno e tre vittorie in quello successivo, quando Lorenzo era ormai ai saluti. Nel 2019 il passaggio alla Honda, dove non è riuscito a trovare acuti e con un infortunio alla sesta vertebra che l’ha tenuto lontano dai circuiti per quattro gare. A fine stagione poi il ritiro.
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