Nuovi problemi nell’organizzazione dei Giochi di Milano-Cortina 2026. “C’è la possibilità oggettiva di uscire di scena, fuori dal palcoscenico internazionale. Un’eccellenza che rischia di diventare marginale”. Così Fabio Pigozzi, alla guida di Nado Italia, la struttura chiamata a governare l’antidoping italiano, parla in una intervista a ‘la Repubblica’ in riferimento alle problematiche relative al Centro Antidoping dell’Acqua Acetosa di Roma considerato dalla Wada troppo piccolo in vista anche delle Olimpiadi.
“Nel 1998 il laboratorio antidoping di Roma aveva perso il suo accredito internazionale, in 25 anni non solo lo ha riconquistato, ma ha visto trasformare questa realtà, il modo di lavorare sul piano etico e scientifico, in un qualcosa che ci viene riconosciuto e invidiato a livello internazionale. Non voglio girarci intorno: oggi rischiamo di buttare 25 anni di lavoro”, spiega il presidente di Nado Italia.
“Se non si agisce in tempi stretti l’Italia organizzerà le Olimpiadi senza avere la possibilità di effettuare le analisi degli atleti in Italia. Le provette finiranno all’estero e se ne occuperà un Paese che risponde ai parametri indicati dal Cio e dalla Wada”, sottolinea Pigozzi. “Maurizio Casasco che guida la Federazione Medico Sportiva Italiana e fa parte del Parlamento si sta spendendo in tutti i modi possibili. C’è il supporto del Ministro dello sport Abodi e il Coni non ha mai fatto mancare il suo appoggio. Ma restano solo un anno e due mesi di tempo per presentare un nuovo laboratorio al Cio e alla Wada. Ho un’impostazione scientifica nell’affrontare i problemi: oggi siamo fuori. Ma c’è ancora margine per rientrare”, è il suo appello.