Dopo la vittoria contro l’Atletico Madrid, che è valsa la conquista delle semifinali di Youth League, il mister della Primavera del Milan Ignazio Abate ha così parlato ai microfoni di Sky Sport: “La verità è che è un risultato storico. Non avevamo mai superato gli ottavi di Youth League. Inaspettatamente siamo in semifinale, la dedico ai miei ragazzi. Devo ricordare anche le parole della società, quando il primo giorno ho firmato il contratto con Paolo Maldini, Ricky Massara e Danzè, e mi hanno chiesto di crederci, che potevamo starci benissimo dentro questa competizione. Piano piano siamo cresciuti. È stato un crescendo. Abbiamo allestito una gara molto giovane quest’anno, sapevamo delle difficoltà. In campionato il percorso è stato altalenante, paghiamo la differenza di età, due-tre anni. In Youth League invece abbiamo fatto sempre buone prestazioni contro squadre forti. Penso che questo traguardo sia meritato. Oggi abbiamo fatto una buonissima partita contro una squadra esperta e molto molto forte, a parte i primi dieci minuti la squadra è stata dentro la partita e abbiamo fatto una buonissima partita”.
E ancora: “Siamo partiti un po’ tesi, i ragazzi avvertivano l’importanza della partita. Per la prima volta c’era il sold out qui al nostro centro. Loro sono una squadra forte, intensa, con grande qualità. I ragazzi hanno capito che potevano starci dentro la gara e sono uscite le loro qualità. Abbiamo rischiato poco, abbiamo iniziato ad uscire da dietro. Sono felice dei ragazzi. Però non abbiamo fatto ancora niente: adesso ci giocheremo una semifinale storica”.
Per concludere: “Devo dire che chiunque dentro la rosa ha delle qualità. Abbiamo allestito una squadra molto giovane, puntando su ragazzi di qualità; alcuni magari sono ancora indietro nel percorso. Tutti hanno il talento per ambire ad una carriera importante. Quello è l’obiettivo del Settore Giovanile, cercare di portare giocatori in prima squadra. Sicuramente c’è qualche profilo molto molto interessante, bisogna lasciarli crescere. Nomi è meglio non farli, perché sono anche generazioni un po’ strane (ride, ndr). Sono ragazzi che bisogna dargli una mentalità, inquadrarli, fargli capire che la strada è lunga e tortuosa e ci vogliono tanti sacrifici. Dei miei ragazzi sono contentissimo, ci mettono spirito e cuore. Come qualità c’è sicuramente qualche ragazzo molto molto interessante”.