Matteo Berrettini è pronto a fare il suo esordio a Monte-Carlo, dove per la prima volta dall’edizione 2019 di Cincinnati non sarà testa di serie in un torneo di livello 1000 del circuito Atp. Una statistica che certifica il momento di difficoltà del tennista romano, come d’altronde anche le delusioni arrivate durante la trasferta nordamericana sul veloce outdoor. Per Matteo inizia una stagione sul rosso che lo scorso anno fu costretto a saltare interamente a causa dell’operazione alla mano e che in linea teorica potrebbe rappresentare una buona occasione per fare punti e risalire il ranking, non avendo alcunché da difendere nei prossimi due mesi.
Questo poteva essere il pensiero e l’obiettivo qualche mese fa guardando più in prospettiva, ora l’intento dell’azzurro deve invece essere solo quello di ritrovare le migliori sensazioni sul campo da tennis, sotto il piano fisico ma ancor di più sotto quello mentale. E chissà che l’evento monegasco non possa aiutarlo da questo punto di vista, per varie ragioni. Matteo ha certamente ottenuto i suoi migliori risultati in carriera sull’erba e ha raggiunto semifinali slam sul cemento all’aperto, ma resta un giocatore nato e cresciuto sui campi in terra battuta, una superficie che conosce bene. Inoltre il Monte Carlo Country Club è la sua base d’allenamento e in questo lunedì di pasquetta saranno certamente in migliaia i tifosi italiani pronti a urlare il loro supporto sul Court Rainier III. Lo sa bene Luca Nardi, trascinato ieri verso una clamorosa rimonta nell’ultimo turno di qualificazioni.
Il sorteggio poi gli è stato amico, ponendogli di fronte un Maxime Cressy che di certo non predilige questi campi e anche lui non nel miglior momento della sua annata. Lo statunitense di passaporto è reduce da quattro eliminazioni consecutive al primo turno, anche se la scorsa settimana a Marrakech ha portato al terzo set il poi vincitore del torneo Roberto Carballes-Baena. Una sfida tra due grandi battitori e di certo non due fenomeni alla risposta, anche se la superficie lenta potrebbe permettere qualche break. Ma le chances di giocarsi qualche punto decisivo al tie-break ci sono, e Matteo deve essere in grado di fare quello che gli è mancato a Miami contro McDonald: giocare con tranquillità e fiducia i punti importanti. La chiave è tutta lì. Per caratteristiche tecniche l’allievo di Vincenzo Santopadre è sempre stato a continuerà ad essere un giocatore i cui incontri molto spesso verranno decisi da un paio di punti importanti.
Monte-Carlo per ora in carriera non gli ha portato fortuna, con due sole partecipazioni che risalgono al 2019 – eliminato da Dimitrov – e al 2021, quando si arrese a Davidovich Fokina nel suo primo torneo dopo l’infortunio muscolare patito in Australia pochi mesi prima. Magari quest’anno sarà invece il torneo della svolta….