Un verdetto scandalo e una qualificazione alle Olimpiadi di Parigi (per ora) mancata che proprio non va giù a Frank Chamizo. Il lottatore azzurro, già medaglia olimpica a Rio 2016, domenica è stato sconfitto nella semifinale che garantiva un pass per Parigi nel torneo di prequalificazione andato in scena a Baku. Il suo avversario era un lottatore di casa, Turan Bayramov. Nei giorni seguenti Chamizo si è sfogato sui social per il verdetto arbitrale e ora, in un’intervista a Repubblica, svela ulteriori dettagli su come si è sviluppata quella giornata di gara. “Lo voglio dire, sono venuti da me offrendomi dei soldi, 300.000 dollari per perdere. Non voglio dire chi, ma è successo la mattina del peso. Come ho reagito? Li ho mandati a f… perché non rappresento solo me stesso, ma anche l’Italia, la mia federazione, la Fijlkam, e l’Esercito. Non è facile rompere la mia integrità”.
“I cinque giudici sul tappeto hanno preso la stessa decisione, riconoscendo che avevo messo a terra il ginocchio destro dell’avversario, quindi avevo vinto. Poi si sono inventati un challenge a tempo scaduto, che non si può fare. A questo punto il presidente di tappeto ha guardato le immagini di una sola telecamera della video review e ha stabilito che quella mossa non c’era, contraddicendo gli altri cinque giudici. Sapevo che dovevo dare il doppio, il triplo in Azerbaigian, perché lottavo a casa loro e avevano comprato tutto. Sono così schifato che non mi sembra di parlare di sport”.
Chamizo non teme ripercussioni per queste sue dichiarazioni e si prepara verso l’ultimo appuntamento per tentare di conquistare un pass per le Olimpiadi: “Vengo da Cuba, non ho paura di niente. Ora sono in un paese libero, posso dire quel che penso e quel che voglio. Non mi ferma nessuno. Ma se in Turchia ci riprovano faccio un macello”.