Insaziabile, un’agonista nata, mai paga dei risultati ottenuti. Questa la ricetta vincente della regina indiscussa delle prove veloci dello sci Lindesy Vonn, insoddisfatta anche quel 18 marzo 2011 quando, nel rush finale per la coppa del mondo assoluta, la spuntò la cara amica (almeno fino a quel momento) Maria Riesch per soli tre punti, negandole la quarta sfera di cristallo consecutiva, tra le polemiche per le ultime gare non disputate o disputate in condizioni al limite della regolarità . La quarta coppa del mondo generale arrivò poi nella stagione successiva, con record di punti al femminile, 1980, dieci in più di quanti ne aveva raccolti Janica Kostelic nel 2006, ma anche questa volta Lindsey invece di esultare era arrabbiata con se stessa per aver mancato il tetto dei duemila punti che tra uomini e donne soltanto Hermann Maier, Herminator, raggiunse. E non poteva immaginare che un anno dopo una Tina Maze in stato di grazia ne avrebbe fatti 2414.
E proprio mentre la slovena galoppò verso quel record dei punti, arrivò il brusco stop per Lindsey, col ginocchio destro che fece crac nell’atterraggio da un salto del superG che apriva i mondiali di Schladming 2013. Legamenti crociati ko e frattura del piatto tibiale posero dubbi sulla prosecuzione della sua carriera, ma lei, forse anche motivata dalla love story con Tiger Woods, dopo soli 10 mesi fu di nuovo al cancellato di partenza in coppa ed uscì dal weekend di Lake Louise con un incoraggiante quinto posto in superG. Il desiderio di gareggiare ai Giochi Olimpici di Sochi 2014 (inaccettabile per lei l’aver conquistato una sola medaglia d’oro a cinque cerchi) la portò purtroppo ad un rientro in pista forse troppo prematuro e pochi giorni dopo nella libera di Val d’Isere il ginocchio cedette di nuovo. Sembrò un infortunio da poco che non avrebbe dovuto precludere la sua partecipazione all’Olimpiade, ma pochi giorni dopo arrivò la notizia ‘inaspettata’ e, di nuovo sotto i ferri, il nuovo obiettivo divenne il Mondiale di casa, Vail 2015.
A quel punto, i dubbi sul suo rientro divennero davvero tanti, una qualsiasi campionessa con i suoi risultati in bacheca avrebbe potuto fare programmi di gran lunga più rilassanti per la sua vita. Ad esempio, ci fu chi come l’austriaca Petra Kronberger, che in tre anni vinse tutto, non era in grado di reggere la pressione della campionessa trita sassi; a soli 23 anni lasciò tutti sbalorditi ritirandosi, lei che era l’erede annunciata della leggenda dello sci al femminile Anne Marie Moser Proell. Il continuo pesante confronto con la signora dei record in una nazione dove lo sci è il pane quotidiano non lo reggeva, voleva una vita normale, lo sci era troppo pericoloso, ma soprattutto, riferendosi alla connazionale, diceva: “non vorrei mai diventare come lei, una macchina, un computer.” Ma Lindsey no, per lei le sfide sono il suo fuoco dentro e poi la Moser Proell era ad un passo. L’americana riprese la sua preparazione ancora più determinata e nelle prime gare della stagione 2014/2015 ritrovò l’appuntamento con la vittoria, la 60esima, ancora a Lake Louise. A Val d’Isere furono 61 e con la doppietta di Cortina il record di 62 vittorie di Anne Marie Moser Proell venne raggiunto e superato. Il Mondiale di Vail fu una mezza delusione, conquistò solo un bronzo in SuperG, ma con altre le 4 vittorie in coppa del mondo chiuse la stagione a quota 67 successi.
Estate 2015: tocca darsi dei nuovi obiettivi, di breve e lungo termine; per la ragazzona nata nel Minnesota e trasferitasi in Colorado per diventare una campionessa e arrivare dove gli infortuni avevano fermato la giovane carriera di papà Alan non c’erano dubbi, poiché mancavano solo 3 successi per raggiungere le 36 vittorie in discesa libera di Moser Proell, e senza strafare bastavano 4 vittorie in specialità come nella stagione appena conclusa. Detto fatto, il record venne raggiunto ad Altenmark e superato ancora una volta a Cortina. La perla delle Dolomiti, con 11 vittorie, per Lindsey è terra di conquista seconda soltanto a Lake Louise, dove la supercampionessa ha trionfato addirittura 18 volte.
Bisogna ora trovare un obiettivo di lungo periodo, trovare stimoli per arrivare in forma all’Olimpiade in Corea nel 2018. I record di medaglie d’oro ad olimpiadi e mondiali non sono alla portata, perché nelle grandi occasioni un po’ di pressione probabilmente si è fatta sentire ed un po’ di contingenze hanno rovinato questo record. Un altro primato impossibile da battere è il record di cinque coppe del mondo consecutive di Anne Marie Moser Proell. Certamente però è possibile raggiungere la campionessa austriaca a quota sei sfere di cristallo in carriera: quest’anno, nonostante il solletico di una microfrattura alla caviglia procuratasi nella preparazione in Nuova Zelanda, è di nuovo là a giocarsela per il coppa generale, sarebbe la quinta per lei, in un entusiasmante testa a testa con la ticinese Lara Gut.
Nella testa della Vonn c’è inoltre ancora il rammarico per il ‘no’ ricevuto dalla FIS per farla competere contro i maschi a Lake Louise, nel 2012. Ed è proprio un uomo, un eroe dello sci alpino, l’unico che ancora è davanti in qualche numero alla Vonn: Ingemar Stenmark. Il mito svedese è ‘solo’ a quota 86 vittorie in coppa del mondo. La stagione in corso ha già portato altri 8 successi a Lindsey, tornata a vincere anche in slalom gigante, che si trova ora a 75. La Vonn ha chiaramente detto che all’Olimpiade di Pyeongchang ci vuole essere e quindi che per altre due stagioni la vedremo ancora in gara, e quando si presenta in partenza al cancelletto di partenza lo fa per vincere. Le vittorie in stagione nelle sue discipline, discesa e superG, sono tornate alle medie dei tempi d’oro, e non è pertanto inverosimile accreditarle 4 vittorie a stagione in ciascuna di queste due discipline nel biennio pre-olimpico, più qualche incursione in gigante ed in combinata. Di conseguenza anche il record di Stenmark può davvero essere alla portata. Se, di queste vittorie, nove dovessero giungere in discesa, anche il record di vittorie in una sola specialità , 46 in gigante sempre di Stenmark, sarebbe in pericolo.
“Ingo, dimenticavo, quest’anno magari con la coppetta di discesa ti raggiungo a quota 8 coppe in una singola disciplina e a quota 16 coppe di specialità .”